I pronostici che caricano la Juve e le tempistiche del mercato: parla Tudor

Il tecnico bianconero non si sbilancia su Muani, pur ribadendone l'importanza
Tudor
Tudor / Image Photo Agency/GettyImages
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La Juventus è pronta a scendere in campo contro il Borussia Dortmund, appuntamento che chiuderà la fase del ritiro svolta in Germania e che rappresenta una prima sfida provante per misurare il livello attuale dei bianconeri. Igor Tudor, tecnico della Juve, ha parlato ai microfoni di Tuttosport delle proprie sensazioni sulla preparazione, delle idee sulla stagione che sta per cominciare e di alcuni singoli. Queste le parole dell'allenatore:

Soddisfatto se la squadra fosse questa: "Sarebbe più pronta, perché c’è un anno alle spalle. E non è da sottovalutare: ora siamo molto simili a ciò che eravamo a fine annata. Vedremo quello che accadrà".

Su Bremer: "Vediamo quanto ci mette ad arrivare ai suoi livelli. Nella prima partita ha fatto 45 minuti, nel test sarà di nuovo titolare".

Se non si aspetta nulla dal mercato: "Guardi, io sono sempre contento. Perché alleno la Juve. Posso dirvi quello che ho detto ai ragazzi quando è finito il Mondiale. Ho fatto una riunione con loro, parlando così: ora riposate, poi torniamo a lavorare più forte. Per mettere più voglia e altre cose da fare. Non voglio partire con l’obiettivo del quarto posto. E vedo dove ci posizionano nelle griglie di partenza...".

Le previsioni di inizio campionato: "Ci mettono al terzo, quarto posto. Qualcuno quinto, nelle previsioni. Personalmente, mi motiva tanto. Ma bisogna anche vedere che la Juventus, da cinque anni, non è arrivata né prima, né seconda. E va preso con grande motivazione, certo: poi c’è il campo".

Mentalità vincente: "Io dico a me e a loro: va bene tutto, ma quando arrivo al campo è come andare sul ring. Bisogna vincere. Io voglio farlo pure quando si gioca a carte, quando c’è il calcetto con gli amici, la partita di basket. Cerco quest’approccio. Il resto sono proclami: so che piacciono, ma la penso diversamente. Comunque, in loro ho massima fiducia. Siamo una squadra bella, giusta, organizzata, tosta. Difficile da battere. Questo è il punto di partenza".

Se la squadra è motivata: "Ritengo che siano tutti motivati da ciò che si dice. E che tutti siano competitivi: è una roba che tocca l’orgoglio. Naturalmente, c’è il risultato. Ora non voglio annunciare: 'Noi siamo da scudetto' oppure 'Andiamo a vincere!'. Ma posso dire questo: c’è sempre da dimostrare sul campo. Non partiamo per il quarto o terzo posto".

A che livello è la squadra: "Credo si sia fatto un gran lavoro e un buon Mondiale. Questa Juve ha una sua identità, bravura nel fare le cose nelle due fasi. E una buona mentalità. Abbiamo costruito qualcosa e abbiamo finito per bene: questo ci ha dato più consapevolezza e coraggio, che non sono da sottovalutare".

Koopmeiners più arretrato, idea sua?: "Non è partita da lui. Ma Teun è un giocatore di livello, può stare ovunque per me. E può stare più dietro perché abbiamo un Conceiçao che merita di partire dal 1’, sull’asse con Yildiz e dietro l’attaccante. Koopmeiners ora lo provo davanti alla difesa come fatto con Khephren e Manuel, poi può giocare pure a sinistra. Un po’ come Nico: può stare più alto e più basso".

Cabal: "Juan torna ad allenarsi con noi la prossima settimana. Noi siamo questi, poi si capirà cosa succede alla fine del mercato. Anzi, a me così non piace proprio...".

Giocare a mercato aperto: "Si gioca con il mercato aperto ed è una roba da impazzire tutti. Spero finisca, che venga abbattuta la formula. Per me è inaccettabile".

Su Muani: "Io non sento nessuno. Kolo è un giocatore del Psg".

Fiducia del club su Muani: "C’è fiducia nel club, che sta lavorando su ogni aspetto, entrate e uscite. Kolo importante? Sì, è importante, ma ora è a Parigi. Sono importanti i due attaccanti che abbiamo noi, David e Vlahovic".

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