I più importanti CT stranieri delle Nazionali

Il CT della Nazionale va individuato tra i migliori allenatori del Paese stesso; la convinzione, la tradizione che nella maggior parte delle principali Nazioni del mondo continua ad avere un peso importante, in modo forse un po' anacronistico considerando l'incontrollabile globalizzazione del calcio. A metà tra la volontà di esportare il proprio stile con un allenatore che condivida il passaporto con la Federazione e quella di affidare la panchina a chi è si è distinto negli ultimi anni per rendimento con i club, il CT è spesso di nazionalità uguale alle selezione che allena.
Il tema è caldo considerando l'accordo tra Carlo Ancelotti e il Brasile: il tecnico italiano è diventato il nuovo Commissario Tecnico verdeoro, andando a rimpolpare la schiera dei CT stranieri alla guida di Nazionali di primo piano. L'Inghilterra a un tedesco (Tuchel), il Brasile a un italiano: soluzioni sicuramente degne di nota, pur in continuità con una certa tradizione esterofila di alcune Federazioni (l'Inghilterra, ad esempio, è già stata guidata da Eriksson e Capello in passato).
I migliori CT 'stranieri' del passato
La tradizione di cui sopra, prendendo come primo esempio proprio l'Inghilterra, ha deviato fuori dal paese altre due volte, sempre nel XXI secolo. Sven-Goran Eriksson (Svezia) e Fabio Capello (Italia) sono gli altri CT della Nazionale dei Tre Leoni tra il 2001 e il 2012, con il disastroso biennio Steve McClaren tra il 2006 e il 2007.
Non mancano esempi di altre selezioni principali che nel passato hanno operato tale ragionamento. Gli inglesi William Garbutt e Sid Kimpton alla guida rispettivamente di Italia e Francia nella prima metà del XX secolo, l'affiancamento del Mago Herrera (Argentina) a Ferruccio Valcareggi sulla panchina azzurra, e ancora Stefan Kovacs (Romania) su quella francese tra il 1973 e il 1975. La Spagna con Laszlo Kubala e Santamaria negli anni '80 e il Portogallo con Otto Gloria e soprattutto Luiz Felipe Scolari. C'era il brasiliano (Scolari) nella sconfitta casalinga all'Europeo del 2004 contro una Grecia allenata da un CT tedesco, immediatamente divenuto leggenda: Otto Rehhagel.
Questo se ci limitiamo alle Nazionali europee. Se ampliamoil nostro sguardo a quelle sudamericane in Argentina spiccano i nomi di José Lago Millán (Spagna) e Renato Cesarini (Italia), mentre in Brasile quelli di Ramon Platera (Uruguay) e Joreca (Portogallo), tutti appartenenti ad altre epoche. Tornando brevemente nel nostro continente, la Germania è l'unica tra le selezioni principali a non aver mai avuto CT stranieri, con l'Olanda che risultat guidata da ben 8 allenatori con il passaporto diverso. Il migliore è stato senza dubbio Ernst Happel, tra la leggende del mestiere, capace di conquistare la Finale al Mondiale del 1978 persa contro l'Argentina.
Il presente dei CT
Il presente è molto più variegato di quello che pensiamo. Molte Federazioni stanno abbandonando questa tradizione e ormai quella di assumere un commissario tecnico straniero non è più una decisione apprezzata soltanto dalle Nazionali minori, non è più un tabù in senso assoluto.
L'Inghilterra ha scelto Thomas Tuchel per costruire il prossimo ciclo, mentre il Portogallo nel 2022 ha puntato sullo spagnolo Roberto Martinez e a guida del nuovo corso del Belgio, tra aspre critiche, è rimasto Domenico Tedesco fino all'inizio del 2025. In Sudamerica Colombia e Uruguay hanno confermato rispettivamente gli argentini Nestor Lorenzo e Marcelo Bielsa e qualche chilometro più in alto gli Stati Uniti hanno investito per affidare la Nazionale a stelle e strisce all'argentino Mauricio Pochettino.
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