I francesi della Juve, i pregi di Comolli e le ambizioni bianconere: parla Matuidi

Blaise Matuidi
Blaise Matuidi / Jonathan Moscrop/GettyImages
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Tre Scudetti, una Coppa Italia e una Supercoppa: è questo il palmares con la Juventus di Blaise Matuidi, giocatore spesso sottovalutato ma che con la sua duttilità e qualità ha sempre fatto la differenza. Intervistato da Tuttosport, il centrocampista francese, ritiratosi nel 2022, ha ripercorso i suoi anni in bianconero, per poi soffermarsi sulla Juve di oggi, elogiandone gli interpreti ma soprattutto il direttore generale Damien Comolli, con il quale ha avuto modo di lavorare al Saint-Etienne.

Il suo arrivo alla Juve:
"Ricordo il giorno del mio arrivo in sede: capii subito di trovarmi in una realtà fuori dal comune. Un’istituzione gigantesca, per storia, blasone, strutture. Insomma, un club forte forte. Le persone che ci lavoravano avevano un ambizione smisurata. Non voglio dire che al Psg non fosse così, ma era la prima volta che mettevo piede al di fuori della Francia...". 

Il rapporto con Allegri:
"Con il mister ho tuttora un rapporto eccezionale. L’ho sentito giusto l’altro ieri per messaggio. Oltre ad essere un grande tecnico è una persona splendida. E questo è un vantaggio non da poco quando ti ritrovi ad allenare dei campioni. Se ha vinto tanto è anche per via delle sue qualità umane. In quegli anni è stato bravissimo a gestire lo spogliatoio. A me ha sempre parlato con un fare paterno, come se fossi suo figlio. Grazie a lui mi sono ambientato subito [...]".

Su Cristiano Ronaldo:
"Cristiano era un professionista impressionante, ossessionato dal lavoro. Una sera rientrammo alle 2 di notte alla Continassa dopo un match di campionato per recuperare le macchine… Eravamo sfiniti, eppure lui andò da Benatia e lo convinse ad accompagnarlo in palestra per un po’ di lavoro di scarico. Ho pensato fosse pazzo (ride ndr). Ronaldo era così: non si fermava mai. È questo il segreto del suo successo e del perché riesca a fare la differenza ancora oggi".

Gli altri compagni di squadra:
"Nel cuore conservo dei ricordi di quegli anni indimenticabili. Avevamo un bel gruppo, era un piacere stare insieme. Il più pazzo? Dico Pinsoglio: sorrideva sempre e ne combinava una dietro l’altra. Ogni volta che mi vedeva mi cantava una canzoncina in francese. Poi c’era Gigi… Uno dei portieri più grandi di tutti i tempi. La cosa che mi piaceva di più di lui era la sua semplicità".

Una Juve "francese":
"Mi fa molto piacere. Ma la storia del club racconta che in rosa c’è sempre stata una piccola colonia francese. Ho avuto modo di incontrarli durante il Mondiale per Club: sono tutti entusiasti di poter giocare per la Juve". 

Su Thuram:
"Khéphren è un elemento indispensabile per la Juve: sul campo ha dimostrato che il club ha fatto bene a puntare su di lui. Ma è ancora giovane, quindi deve continuare a lavorare per migliorarsi. È nel contesto perfetto per farlo".

Su Kolo Muani:
"Gioca in una squadra che lo mette nelle condizioni di alzare l’asticella ogni giorno. Spero che resti e che possa aiutare il club a vincere dei titoli. Poi ora è arrivato David. Non so quali siano le idee del mister, ma credo che con Kolo potrebbe formare un tandem super. Sono due profili complementari a mio avviso". 

Su Yildiz:
"Un giocatore pazzesco. L’ho seguito durante l’anno guardandolo in tv, ma vederlo dal vivo al Mondiale è stata un’altra cosa: mi ha davvero impressionato per come tocca la palla, come domina gli avversari... È il simbolo di una squadra giovane a cui va dato il tempo necessario per tornare ai massimi livelli. Capisco che alla Juve ci sia la necessità di vincere subito. Ma penso che la strada intrapresa sia quella giusta. Molti di questi ragazzi diventeranno dei campioni, ne sono certo". 

Su Granit Xhaka:
"Non so come voglia muoversi sul mercato la società. Quello che posso dire è che di certo l’eventuale arrivo di Granit male non farebbe. È un ottimo giocatore: ha fatto grandi cose a livello internazionale. La sua esperienza potrebbe tornare utile". 

La Juve può lottare per lo Scudetto?
"La Rosa ha qualità, quindi credo che potranno provare a lottare per il titolo".

Sull'addio di Danilo:
"Non so cosa sia successo, ma è una scelta che va rispettata: Danilo ha trascorso degli anni eccellenti a Torino. Penso che la società volesse semplicemente aprire un nuovo ciclo…".

Su Comolli:
"Io ci ho lavorato insieme ai tempi del Saint-Étienne. Conosce, respira e vive il calcio h24. Quando arrivò da noi aveva già alle spalle esperienze importanti, soprattutto in Premier League. Ha visione e sa che tasti toccare, per questo credo che alla Juve farà grandi cose. Quando ho saputo che la proprietà avrebbe puntato su di lui ero contento: è l’uomo giusto per ripartire". 

Su Pogba:
"Sono super contento che riparta dal Monaco. Ha vissuto momenti difficili. Quando l’ho rivisto negli Stati Uniti ho avuto modo di percepire la sua forza mentale. Il calcio gli è mancato parecchio e penso che la cosa sia reciproca. Sono certo che in Ligue 1 farà grandi cose".


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