I contatti vani con Buffon per l'Italia, la Juve e la lotta Scudetto: parla Cannavaro

Fabio Cannavaro
Fabio Cannavaro / Hector Vivas - FIFA/GettyImages
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Intervistato da Tuttosport, Fabio Cannavaro ha ammesso di essere stato cercato dall'Italia dopo l'esonero di Luciano Spalletti, anche se non era considerato tra i papabili CT per la panchina azzurra. L'ex capitano della Nazionale, oggi allenatore dell'Uzbekistan che parteciperà al prossimo Mondiale, ha anche parlato della Serie A, con una corsa al titolo che vede l'Inter favorita, ma il Napoli come antagonista più che credibile. Non è poi mancato un commento alla Juventus e al suo numero 10 Yildiz.

Crede nella qualificazione dell'Italia al Mondiale?
"Spero che vada al Mondiale e sarebbe umiliante non farcela. Faccio il tifo anche perché sono coinvolti Buffon e Gattuso, amici miei. Poi, una volta approdati in America, l’Italia avrà un girone facile e anche Rino potrà mettere il gel in testa... Ovviamente è una battuta".

Era tra i candidati per la panchina della Nazionale dopo l'esonero di Spalletti?
"Sono sincero, mi sono anche sentito con Buffon, però non ero in lizza. Ho avuto una storia importante da calciatore, ma forse mi vedevano soprattutto come uomo-immagine. Io non mollo e continuo ad allenare. Se devo dire che magari me lo sarei aspettato, beh sì, me lo sarei aspettato. Ma oltre me c’è anche altra gente che se l’aspettava ed ancora aspetta. Comunque condivido la scelta Gattuso, anche perché è uno che studia molto".

Qual è l'aspetto negativo del calcio italiano?
"Vengono utilizzati pochi italiani ed ancora meno giovani. Tutto questo, poi, si riflette sulla Nazionale e sui ct che devono fare le convocazioni. Per 20 anni prima del Mondiale vinto nel 2006, avevamo calciatori che formavano selezioni 'wow', venti anni dopo siamo passati a squadre che ci portano a dire: 'o mamma mia'".

Quindi servirebbe una rivoluzione culturale nella crescita dei giovani calciatori?
"Sì, perché si esagera nella tattica. Il giovane che si avvicina al calcio è come una casa da costruire: le fondamenta dovrebbero essere rappresentate dalla tecnica e non dalla tattica. Fino all’età di 20 anni gli allenatori che ho avuto mi dicevano che l’avversario avrei dovuto seguirlo anche in bagno... Con il metodo Gasperini si può far crescere meglio i giovani".

Perché le piace così tanto la filosofia di Gasperini?
"Basta guardare la classifica di Serie A e c’è già la risposta: sta facendo girare benissimo la Roma. È un tecnico esigente e a Roma l’ultimo esigente è stato Capello...". 

Sulle prime quattro in classifica:
"Non c’è una squadra che abbia più continuità delle altre. Ma è normale, perché la Champions assorbe tante energie".

È un modo per assolvere Conte?
"Assolutamente no. Troppi infortuni condizionano la stagione, però Antonio è sempre là...".

E la Juventus? Pensa che sia tagliata fuori dalla corsa scudetto?
"Un passo indietro rispetto alle altre, ma non credo debba rinunciare al sogno di tornare ad essere campione d’Italia. Poi con Spalletti in panchina...". 
 
Dice che con lui tutto è ancora possibile?
"Direi di sì. Spalletti è un allenatore che mi fa impazzire, mi è sempre piaciuto, e quando guardi giocare le sue squadre, c’è sempre qualcosa da imparare. Il mio preferito". 
 
Però l’esperienza con la Nazionale è stata tutt’altro che positiva: perché?
"Perché la Nazionale non è un club e serve una gestione più snella". 
 
A proposito di Juventus, Yildiz è un 10?
"Di qualità ne ha, ma a volte sembra più un’ala".

Chi ha la rosa più forte in Serie A?
"L’Inter, ma il Napoli al completo si avvicina tanto".

Si è fatto un’idea del Chivu allenatore nerazzurro?
"Questa domanda non la capisco: ma Chivu, prima di sedere sulla panchina dell’Inter cosa faceva, il salumiere? È da tanti anni nel calcio e non bisogna stupirsi se l’Inter è prima in classifica".


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