Gli scontri diretti, il bilancio di metà anno e l'insidia Atalanta: parla Chivu

Cristian Chivu
Cristian Chivu / Image Photo Agency/GettyImages
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Alla vigilia della sfida contro l'Atalanta, il tecnico dell'Inter Cristian Chivu ha parlato in conferenza stampa per analizzare gli avversari, lo stato di forma della propria squadra e la situazione dell'infermeria nerazzurra, ma è anche tempo di bilanci. Queste le parole del mister interista.

"Le partite a Bergamo sono sempre state ostiche, a prescindere dall'allenatore. In nove anni con Gasperini hanno costruito tantissimo, con Palladino hanno trovato continuità e stimoli per proseguire nella loro identità. Non è mai semplice, per come giocano, per intensità, per la difesa e per il ritmo. Siamo bravi e coraggiosi".

"Prima del mercato ci sono ancora cinque giorni, per un allenatore è sempre difficile parlare di mercato. se parla sembra che manchi di rispetto ai suoi giocatori. Un allenatore non vi dirà mai quel che serve e cosa vorrebbe, altrimenti direbbe che i suoi giocatori non sono all'altezza. Mi fermo qui".

"Non parlo mai di me, ma della squadra. Sono stati cinque mesi difficili all'inizio, anche per il vissuto della stagione scorsa. Poi abbiamo fatto di tutto per metterci sulla strada giusta per essere competitivi. Abbiamo lavorato sodo e ci siamo lasciati le delusioni del passato alle spalle. Siamo in carreggiata, abbiamo provato ad aggiungere cose che servivano, dal punto di vista tattico ma anche mentale. Non siamo ancora perfetti, ma stiamo cercando di migliorare alcuni aspetti che poi indirizzano la stagione. Non è semplice dire che siamo un cantiere aperto a dicembre, ma conserviamo esigenza e ambizione".

"Ci sono partite importanti, per noi lo sono tutte, il campionato è lungo. Trattiamo allo stesso modo ogni match, sappiamo che i piccoli errori possono indirizzare le partite. Dobbiamo osare tutti i giorni, avere l'ambizione per competere fino in fondo. Luis Henrique è uno dei nuovi arrivati, è in una realtà nuova con pressioni altissime, ma io l'ho visto all'altezza. Ha dato il suo contributo, chiaramente un po' di iniziativa gli è mancata, ma dal punto di vista tattico e di prestazione non ha fatto meno dei suoi compagni. Poi chiaro, Dumfries è importantissimo, per i gol che fa e per l'apporto al gruppo".

"Sugli scontri diretti dobbiamo essere più forti di frustazione e anche delle ingiustizie. Più forti della percezione di come siamo visti da fuori, il nostro solo obiettivo è di lavorarci sodo su questo aspetto, di aggiungere qualcosa dal punto di vista motivazionale e delle responsabilità. Non fare sempre cose belle, anche se questa squadra ha una sua identità. Dobbiamo andare ad aggiungere, non a togliere, forse dobbiamo solo uscire un po' dalla zona di comfort e aggiungere qualcosa che ci è mancato in questi big match".

"Frattesi esterno al posto di Dumfries? Non ci ho pensato, abbiamo fatto qualche esperimento con Carlos Augusto e Diouf, che comunque quel ruolo può interpretarlo. Frattesi abbiamo pensato di utilizzarlo sotto punta per premiare le sue caratteristiche di inserimento. Poi per vari motivi Frattesi ha giocato meno di quanto qualcuno si aspettasse, ma non posso raccontare tutto. Ci sono cose che devono rimanere nello spogliatoio. Non posso dirvi tutta la verità, ma non ho bisogno di giustificarmi, né io né la squadra. Quel ruolo a destra lo sta facendo discretamente bene Luis Henrique".

"Calhanoglu ha fatto il primo allenamento prima della semifinale di Supercoppa. Lì non è subentrato, poi ha dato continuità negli altri allenamenti. Domani è a disposizione. Josep Martinez ha dato buoni segnali, a gennaio c'è un calendario impegnativo e avremo modo di rivederlo. Sarei un ipocrita a dire che sono contento del risultato in Supercoppa, il Bologna mette in difficoltà un po' tutti, in questo è simile all'Atalanta. Col bello a volte non si vince, né con il dominio. Ripeto, dobbiamo trovare lo stimolo giusto per aggiungere quello che ci manca".

"Le cose che si dicono dentro lo spogliatoio si dicono in faccia: si critica e si fa autocritica, ma fuori certe cose non si devono dire. Voglio mantenere una forma di rispetto per i giocatori, ma questo non vuol dire che tra di noi non si dicano le cose in faccia. Siamo consapevoli dove poter migliorare e stiamo lavorando sodo, ma ogni partita in cui si scivola non deve per forza diventare un problema. Siamo consapevoli di quello che manca, i giocatori si sentono già responsabilizzati. Lavoriamo sempre per migliorare".

"Guardiamo con interesse Alexander Stankovic: è nato con i colori nerazzurri nel sangue, sono il suo primo tifoso insieme a papà Dejan".


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