Gli inizi da centrocampista, l'emozione Juve e il sogno del padre: Bremer si racconta
In una particolare conferenza stampa in partnership con Balocco, con il coinvolgimento degli Young Member della Juventus come aspiranti giornalisti, il centrale difensivo brasiliano Bremer ha risposto alle domande sull'infortunio al ginocchio che lo terrà lontano dai campi fino a fine stagione ma anche ad alcune curiosità particolari.
"Sto bene, il peggio è passato e mi sto riprendendo piano piano. Ogni tanto sogno di indossare la maglia della Juventus di notte. Ogni tanto me la sogno. Sono fuori da due mesi ma è una maglia storica che ha vinto tutto. Indossarla è una sensazione bellissima perché è la squadra più forte d'Italia ed è una emozione unica".
"Ogni partita mando un bel messaggio sul gruppo WhatsApp ma anche quando faccio terapia e sono alla Continassa parlo con loro. Siamo una bella squadra, tra i più divertenti c'è Pinsoglio che è un grande, ma anche Gatti fa divertire. Non ho paura di scendere in campo, sono concentrato e faccio un lavoro anche mentale per stare tranquillo in campo. La paura, secondo me, è normale ma ogni giorno in allenamento con il lavoro tecnico quella sparisce. In partita è lo stesso: dopo 3-4 minuti dall'inizio sei tranquillo e vai più fluido".
"All'inizio della mia carriera facevo il centrocampista, poi un allenatore mi ha spostato in difesa. Da quelmomento è iniziato il mio percorso da difensore. Quando facciamo un intervento bello per noi difensori è dovere, ti dà fiducia e durante la gara cresci come personalità. È la sensazione più bella per un difensore. Sono cresciuto seguendo il sogno di mio papà, lui ha provato a fare il professionista ma non c'è riuscito. L'amore per il calcio è arrivato dai miei genitori".
"Quando sono arrivato in Italia è stato un periodo un po' difficile, però sapevo che tutti vogliono venire in Europa. Soprattutto per me che sono difensore, l'Italia è una delle scuole migliori, sono diventato quello che sono perché ho lavorato tanto e questo mi ha aiutato per quello che sono ora".
"Da quando sono arrivato qui dal Toro è stato tutto diverso. Stiamo parlando di uno dei club più importanti del mondo e in Italia è il primo. Quando arrivi qui hai tutti gli occhi addosso, è normale e quando non fai una prestazione al top arrivano le critiche. Però se lavori bene a livello mentale e fisico non c'è problema perché poi la prestazione viene da sola. C'è da essere sempre concentrati in ogni aspetto, io ho un coach che mi aiuta a livello mentale".
"Ho parlato tanto con Chiellini, potevamo essere una bella coppia. Più avanti gli chiederò anche dell'infortunio, lo ha avuto anche lui e vorrei capire cosa ha fatto per tornare al suo livello. Nel calcio del passato si difendeva e basta, mentre adesso il difensore deve giocare bene e si deve adattare. Allenarsi e adattarsi".