Gli esoneri nella storia della Nazionale italiana

Il nuovo corso dell'Italia, con i dubbi del futuro che non saranno risolti nemmeno da Claudio Ranieri, il quale ha declinato l'offerta della Federazione. Dopo meno di due anni si è già chiuso il ciclo di Luciano Spalletti sulla panchina azzurra, al termine di 24 sfide e un Europeo fallito che ha inciso in maniera importante sul giudizio di questo percorso.
La sconfitta contro la Norvegia per le qualificazioni al Mondiale 2026 resterà come immagine tragica di un cammino interrotto prima del tempo, fra delusione per l'evoluzione dell'ultimo biennio e speranza che forse cambiare prima potrebbe risultare la mossa giusta. Ufficialmente, l'ultima sfida di Luciano Spalletti è quella di ieri sera a Reggio Emilia, una vittoria per 2-0 sulla Moldavia incapace di riassestare la situazione. Da oggi, martedì 10 giugno 2025, la Federazione azzurra è alla ricerca di un nuovo CT.
Gli esoneri del passato
Non si tratta di dimissioni, ma di esonero, come chiarito da Spalletti in conferenza stampa. "Non ho dato le dimissioni, non le avrei date. Tu mi esoneri, io firmo la risoluzione perché i soldi non sono mai stati un problema nella mia carriera, la Nazionale è diversa da un club". I motivi che hanno portato alla scelta di Gravina riguardano principalmente il terrore che l'Italia, consecutivamente assente negli ultimi due Mondiali, non riesca a partecipare nemmeno al prossimo.
La via dell'esonero del CT è indubbiamente la strada più semplice da calpestare, in un'ottica da club che concede un tempo limitato all'allenatore che non riesce a portare risultati. Solitamente, i cicli dei tecnici delle selezioni durano almeno 2 o 4 anni, ma la sensazione è che la velocità di cambiamento riguardi ormai anche le squadre Nazionali. Scopriamo quali sono stati gli esoneri italiani del passato azzurro attraverso questo approfondimento della Gazzetta dello Sport.
Si parte da Alfredo Foni e dall'esclusione ai Mondiali del 1958. È la prima non qualificazione azzurra della storia (escludendo la non partecipazione del 1930) e si origina dalla sfida che verrà ricordata come 'la disfatta di Belfast'. Gli azzurri vengono inseriti in un girone da 3 con Irlanda del Nord e Portogallo e capitolano 2-1 contro i verdi proprio nell'ultima e decisiva sfida. 8 anni dopo viene sollevato dall'incarico anche Edmondo Fabbri che nel 1966, ai Mondiali d'Inghilterra, si arrende nella fase a gruppi alla Corea del Nord. Passano quasi 30 anni per l'esonero seguente. Italia '90 è finito da un paio d'anni ed è proprio Azeglio Vicini a subire lo scotto dell'esonero dopo la mancata qualificazione degli azzurri per l'Europeo in programma in Svezia nel 1992, fatale lo 0-0 di Mosca contro l'URSS.
Nel XXI secolo il primo a subire la notizia dell'esonero è Giovanni Trapattoni. Il Trap guida l'Italia dal 2000 al 2004 e a portarlo sull'inevitabile strada dell'addio forzato è proprio l'eliminazione nell'Europeo che per gli azzurri passerà alla storia come quello del biscotto fra Norvegia e Svezia, Nazionali che ritorneranno negli eventi traumatici che riguardano gli allenatori esonerati. 4 più anni più tardi tocca a Roberto Donadoni. È lui a raccogliere l'eredità dell'Italia Campione del Mondo 2006 e a conservarla per un biennio che si interrompe a Euro 2008, quando la Spagna elimina gli azzurri ai Quarti di Finale attaverso la lotteria dei rigori. Il ritorno di Lippi, il ciclo Prandelli e quello di Antonio Conte, prima della contestata scelta di Gian Piero Ventura che dura in carica poco più di un anno. Ad essere fatale all'ex Torino è la seconda clamorosa mancata qualificazione ai Mondiali del 2018 in Russia. L'Italia non supera la Svezia a San Siro (0-0) e rende realtà un incubo che si ripeterà anche quattro anni più tardi.
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