Gigi Buffon mette a confronto Conte e Allegri tra aneddoti e sensazioni personali

In una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, Gianluigi Buffon ha parlato di Antonio Conte e Massimiliano Allegri, due suoi ex allenatori alla Juventus. L'ex portiere bianconero li ha messi a confronto, raccontando aneddoti e curiosità sulla gestione delle squadre. Il tutto accompagnato anche da un pronostico sul tipo di partita che ci aspetta domenica sera quando a San Siro si affronteranno Milan e Napoli, un confronto proprio tra i due ex allenatori dell'attuale dirigente della Nazionale.
Le parole su Antonio Conte
"Conte era uno di quei calciatori imprescindibili perché abbinava la bravura tattica e l'istinto per il gol con i suoi inserimenti. In più, anche se taciturno era l'anima dello spogliatoio insieme ad altri due-tre compagni. Da allenatore nel 2011 mi ha colpito la determinazione feroce che aveva e la chiarezza nella trasmissione dei concetti. Una delle frasi che mi è rimasta in mente, in una delle prime riunioni: forte del suo sapere calcistico e della sua preparazione, ci disse che un tipo di giocate si faceva in un determinato modo, che se avevamo dei dubbi potevamo chiederglielo per ricevere una spiegazione e se non ci avesse dato spiegazioni voleva dire che ci stava prendendo in giro, una cosa che non sarebbe mai accaduta".
"Aver vinto alla Juventus è stato determinante per trasmettere il DNA bianconero dopo due settimi posti. Lui aveva vissuto una certa epoca con la Juventus, un periodo fatto di grandi successi che erano caratterizzati dal valore dei giocatori, ma anche dalla capacità di soffrire in determinati momenti. Dall'avere un'attitudine al lavoro che esce dai canoni comuni".
"Nei miei tre Scudetti con la Juve, Conte ha inciso in tutti e tre perché non è scontato quel tipo di continuità. Lui ce l'ha fatta avere e non abbiamo mai perso la fame, ciò premesso, il lavoro svolto il primo anno è stato qualcosa di incredibile".
"In Nazionale era meno intrasigente rispetto a quando quotidianamente lavoravi con lui nel club. Doveva per forza essere un po' più morbido perché è complicato plasmare e forgiare in pochi giorni una squadra che ha più anime in arrivo da club diversi. Capire come far rendere tutti al massimo non è facile, la qualità di Conte è la capacità di far aderire a tutto ciò che propone il mondo attorno a lui: dai giocatori ai dirigenti, passando per i tifosi. La sua è stata una delle poche nazionali non vincenti che è stata veramente nazional-popolare. Il rammarico è non aver passato un turno in più ed essere usciti ai quarti di finale dalla Germania. Viste le assenze contro la Francia, probabilmente in semifinale avremmo perso, diciamo che siamo usciti con onore".
Le parole su Massimiliano Allegri
"Nel 2014 con Allegri ci siamo ritrovati davanti un allenatore con una personalità e una metodologia differenti. Conoscendo meno di Conte il mondo della Juventus, aveva bisogno di aiuto e sostegno da parte di tutte le componenti perché l'inserimento fosse immediato. Ha avuto il coraggio di prendere la squadra in corsa visto che la stagione era già iniziata, anche se da poco, e ha subito mostrato di essere molto bravo".
"Ci ha restituito una routine più soft durante gli allenamenti e la settimana, probabilmente sono stati gli ingredienti perfetti per allungare il ciclo e vincere ancora. Su Allegri vi racconto due aneddoti: il primo è legato alla Champions League e allo 0-0 a fine primo tempo della prima gara del girone 2014-15 contro il Malmo. Entrò nello spogliatoio e ci vide in affanno, così ci disse di stare sereni perché giocando a calcio quella gara l'avremmo vinta 3-0 o con almeno due gol di scarto. Le sue parole ci liberarono da complessi e dal peso che la Champions aveva sul gruppo, a causa delle delusioni delle stagioni precedenti. Alla fine vincemmo 2-0 e per lo spogliatoio fu un toccasana sentire che l'allenatore diceva quelle cose. Il secondo aneddoto invece è legato a qualcosa che ha fatto: aveva sempre giocato con la difesa a quattro ma arrivato a Torino non ha stravolto nulla. I cambiamenti li ha fatti con il passare del tempo, dimostrando intelligenza".
"Nei quattro Scudetti vinti con Max, il mister ha inciso maggiormente in quello 2015-16. Dopo dieci giornate avevamo undici punti di distacco dalla vetta e Allegri, insieme alla società e a noi giocatori, è stato veramente bravo a tenere la barra deitta. A fine anno festeggiammo lo Scudetto, ma all'inizio in certi momenti ci era mancata l'aria. Eppure abbiamo resistito ottenendo un numero impressionante di vittorie consecutive, qualcosa di davvero grande".
La differenza tra Conte e Allegri e la sfida Napoli-Milan del weekend
"Conte e Allegri sono simili nella bravura della gestione del gruppo. Hanno sempre fatto scelte giuste per il momento della squadra pur usando moduli, tipologie di allenamenti e approcci molto diversi. Anche avere squadre equilibrate è il comun denominatore. Hanno creato gruppi compatti, due formazioni che in fase di non possesso lavorano bene":
"Sicuramente mi aspettavo una partenza così dal Napoli, poteva essere scontato solo per chi guarda da fuoru, visto che nel calcio è sempre dura dimostrare e confermarsi. Grazie all'arrivo di Allegri, ad agosto consideravo il Milan nei primi tre posti e sta confermando questa mia sensazione. Domenica a San Siro mi aspetto un incontro nel quale regnerà l'equilibrio, penso che ci saranno pochi gol perché sono due squadre molto solide al di là delle due reti subite sia dal Napoli con il Pisa sia dal Milan contro la Cremonese. Ma questo non vuol dire che il match non possa essere bellissimo e avvincente".
"Modric e De Bruyne sono due campioni, mi fa particolarmente piacere che Modric si stia esprimendo alla grande perché lo conosco e anche io in passato ho fatto la sua scelta, ovvero cambiare campionato ad una età avanzata, per ritrovare determinati stimoli ed energie. Al di là dello scetticismo della gente, mi sentivo forte come cinque anni prima e l'ho dimostrato. Lui sta facendo lo stesso: con una partita a settimana, Modric può disputare una bellissima stagione".
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