Ghisolfi verso l'addio alla Roma: il percorso del francese come DS giallorosso

È stata la novità bollente della serata di ieri. Come anticipato dall'esclusiva di Gianluca Di Marzio, dovrebbe arrivare oggi la separazione ufficiale tra Florent Ghisolfi e la Roma, al termine di una stagione complicata nella quale il DS è stato indicato come uno dei principali responsabili. Cosa è successo nella sua gestione?
Era il 22 maggio 2024 il giorno in cui la società della Capitale annunciava la sua nuova guida tecnica a livello dirigenziale. A qualche mese dall'addio di Tiago Pinto e per coprire un vuoto con un promettente direttore francese di nemmeno 40 anni. Arrivato circa 30 giorni dopo le parole di Friedkin su Daniele De Rossi e un mese prima di un rinnovo fino al 2027 che sarebbe diventato ufficiale a fine giugno. Una situazione al tempo positiva per i giallorossi, guidati con personalità e fiducia dal giovane tecnico arrivato a un passo dalla seconda finale di Europa League in due anni.
Poi la calda estate di Paulo Dybala corteggiato a lungo dalla Saudi Pro League, i primi colpi e un mercato che via via si è fatto sempre più intrecciato per risolversi con i caotici ultimi giorni. Artem Dovbyk dal Girona per 30 milioni + 5 di bonus, Matías Soulé dalla Juventus per una cifra leggermente inferiore, ancora Enzo Le Fee dal Rennes per 23 milioni e Manu Koné dal Borussia Monchegladbach per 18 milioni di euro. Circa 100 milioni per quattro giocatori, tre dei quali si sono rivelati determinanti, con importanza diversa, nella stagione giallorossa.
A un anno di distanza, Enzo Le Fee è diventato a pieno titolo una pedina del Sunderland, grazie a un riscatto divenuto automatico con la promozione del club inglese in Premier League. Samuel Dahl è invece rimasto al Benfica per un prezzo quasi raddoppiato rispetto a quanto investito dalla Roma (5.5 milioni), mentre il fallimento va rintracciato principalmente nei colpi a parametro zero e nella gestione collettiva dei primi mesi della stagione.
Inizialmente un problema temporale. La rosa completa è stata consegnata a Daniele De Rossi oltre la data di chiusura del calciomercato, con gli acquisti a titolo gratuito di Mario Hermoso e Mats Hummels, due rinforzi in teoria esperti, la cui evoluzione ha poi dimostrato che forse avrebbero avuto bisogno di un po' di tempo per calarsi nella realtà giallorossa. Allo stesso modo, sono stati tardivi gli arrivi di Koné e Saelemaekers. De Rossi li ha avuti a disposizione per circa una partita e mezzo, prima di un esonero dopo 4 giornate che ha sorpreso chiunque.
Il caos creato da tale scelta ha portato alle dimissioni della CEO Lina Souloukou e alla decisione di portare nella Capitale Ivan Juric, operazione che a posteriori si può giudicare totalmente sbagliata. I due mesi dell'attuale allenatore dell'Atalanta hanno ritardato ulteriormente una rinascita fenomenale messa in atto da Claudio Ranieri, che ha riassestato con la sua esperienza e qualità l'ambiente giallorosso, mettendo sempre più in ombra la figura di Florent Ghisolfi.
Già dalla conferenza stampa di presentazione, nella quale con la sua nota personalità il tecnico capitolino ha risposto anche ad alcune domande rivolte al francese, fino alla notizia divenuta realtà a fine stagione che sarebbe entrato a far parte della dirigenza dopo la conclusione dell'annata sportiva. Un peso importante che potrebbe aver inciso nelle decisioni successive. L'arrivo di Gian Piero Gasperini dopo un mese di domande poste proprio a Ranieri e una leadership, anche agli occhi dei tifosi giallorossi, spostata tutta nella direzione dell'uomo di casa. La rescissione consensuale, stando a quanto riportato da Gianluca Di Marzio, arriverà nella giornata odierna, al termine quindi di un'annata con tanto da raccontare per la Roma, i cui eventi hanno però fatto perdere rilevanza alla figura di Florent Ghisolfi.
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