Gattuso in pole, De Rossi e Cannavaro defilati: i requisiti del prossimo CT

Il gran rifiuto di Claudio Ranieri ha costretto la Federcalcio a mettersi nuovamente alla ricerca di un nuovo commissario tecnico per la Nazionale. L'ex tecnico e oggi dirigente della Roma era il candidato ideale, quello che metteva d'accordo un po' tutti, quindi adesso il casting è più combattuto e, sebbene un nome sembra spiccare sugli altri, non si possono escludere colpi di scena.
Cosa cerca la FIGC dal prossimo CT?
Vista la situazione delicata in cui si trovano gli Azzurri, per i quali si ripresenta lo spettro degli spareggi, adesso la FIGC non cerca un "maestro di calcio", non dà più molto peso alla proposta tattica del nuovo CT, ma ne vuole uno battagliero, che riporti grinta e attaccamento alla maglia da parte di un gruppo di giocatori che, visto lo scarso livello tecnico, devono compensare almeno sul piano dell'intensità. Per quanto riguarda i requisiti economici, il prossimo allenatore dell'Italia dovrà essere svincolato o quantomeno in una situazione contrattuale facilmente risolvibile.
Ringhio in vantaggio tra altri campioni del mondo e una suggestione
Un identikit che favorisce le candidature di tre degli eroi del 2006: Gennaro Gattuso, Fabio Cannavaro e Daniele De Rossi, tecnici che hanno apparentemente poca esperienza, ma che finora in panchina si sono distinti sia per proposta di gioco, spesso ingiustamente sottovalutata, che per i ritmi alti delle loro squadre. Tuttavia, secondo La Gazzetta dello Sport e il Corriere dello Sport, è Ringhio a essere in vantaggio sugli ex compagni, in quanto incarna ciò che la FIGC vuole dai propri giocatori: grinta, rabbia, agonismo, chiamatela come volete.
Secondo la rosea il nuovo CT verrà nominato entro le prossime 24 ore, mentre CdS resta più cauto e parla di una riflessione che a Coverciano renderà necessari almeno 2-3 giorni. Nel frattempo non trova riscontro la suggestione di Dagospia, secondo cui l'Italia avrebbe pensato di affidarsi a José Mourinho. Una pista complicata per diverse ragioni: in primis perché lo Special One ha un contratto con il Fenerbahce fino al 2026, poi perché sarebbe un allenatore troppo divisivo e difficile da gestire (specie per quanto riguarda il rapporto con la stampa), ma soprattutto per l'alto ingaggio che non rientra nel budget da 2,5 milioni di euro stanziato dalla Federcalcio.
feed