Gabriele Gravina non fa passi indietro e conferma l'incontro con Spalletti

La debacle in casa della Norvegia non porterà a grossi scossoni in casa Italia. Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha infatti dichiarato che non intende fare passi indietro, avendo dalla sua parte la fiducia dei delegati. Non si può dire lo stesso di Luciano Spalletti: il massimo dirigente della Federazione italiana calcistica infatti non blinda l'attuale commissario tecnico azzurro. Dichiarazioni che arrivano direttamente da Parma, dal Festival della Serie A in programma in questo weekend.
"Luciano Spalletti è straordinario, un animo nobile che sta cercando in tutti i modi di portare avanti un progetto straordinario. Gli attacchi che sta subendo sono immeritati e lo dico con la morte del cuore. È la persona più bella che ho incontrato nel calcio, è un signore. L'ho trovato molto combattivo, ha indossato la sua armatura di chi crede nei valori del calcio: è molto ferito, rappresenta il suo ruolo come un servizio all'Italia. Se lui ha responsabilità, se le ho io non siamo stati bravi a far capire a questi ragazzi l'orgoglio che rappresenta la maglia azzurra. Dobbiamo affrontare i momenti critici alzando la testa e dobbiamo rialzarci subito".
"Con Spalletti stiamo parlando e dobbiamo trovare la migliore soluzione per un rilancio che parte da domani sera. Non c'è un appuntamento fissato, c'è un continuo contatto con Luciano e siamo stati insieme fino a tardi: gli scenari sono diversi, lui è molto responsabile e gli faccio i complimenti, rispettiamo il nostro ct e poi vediamo cosa verrà fuori".
"Sono convinto e lo sono quasi il 99% degli addetti ai lavori, dei delegati che mi ha dato fiducia solo qualche mese fa, quindi non capisci e non vedo possibilità di mollare in un momento così delicato. Alcuni attacchi li ritengo l'emblema di un immobilismo, sono strumentali e inutili, studiati e mirati".
"La Norvegia ha avuto una crescita esponenziale, adesso è tra le nazionali più forti, sul piano atletico e fisico rappresenta qualità con campioni di livello. Ora sono più forti di noi. La verità è che il campionato ci ha consegnato ragazzi stremati, alcuni il ct li ha potuti vedere due-tre giorni prima della partita, che non si può preparare in questo modo quando hai una corazzata di fronte. Se non è stata percepita l'importanza della gara allora c'è da fare una analisi diversa. La maglia azzura è una eredità: è la storia scritta da uomini".
"Si può perdere, ma bisogna capire come si perde, un approccio diverso che solleticava quel fuoco dentro a cui spesso fa riferimento Gigi Buffon poteva e doveva dare un epilogo diverso. Noi dobbiamo andare al Mondiale e ci sono tante altre partite. Io in questa squadra e in questo progetto ci credo".
"In Italia il talento c'è ma per trasformarli in campioni va loro offerta l'opportunità e per farlo serve coraggio. Lamine Yamal due anni fa non era questo campionato, era un giocatore normale. Qualcuno ha semplicemente creduto in lui".
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