Fiorentina, piccoli passi per salvarsi: la capacità di reagire, i giovani e Kean

ACF Fiorentina v Juventus FC - Serie A
ACF Fiorentina v Juventus FC - Serie A / Gabriele Maltinti/GettyImages
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Dopo dodici giornate non è ancora venuta meno la cappa presente sui viola, dovuta all'assenza del primo successo che - statisticamente parlando - rende la B uno spettro concreto, dopo un simile lasso di tempo dall'inizio della stagione. I due pareggi contro Genoa e Juventus, in trasferta in primo e in casa il secondo, hanno però in sé - evidentemente - i semi di un tragitto incoraggiante, per quanto in salita, o in linea comunque con gli input professati senza giri di parole da Paolo Vanoli.

Un percorso di convalescenza, per certi versi, fatto di piccoli passi e di strappi da evitare: niente voli pindarici, nessuna illusone, ma la piena consapevolezza della propria condizione. Partendo da queste basi si può notare come, col Genoa così come con la Juve, la Fiorentina abbia saputo mostrare una buona capacità di reazione al provvisorio svantaggio, senza disunirsi e senza perdere compattezza dopo il gol preso: una prerogativa cruciale per una squadra che sa di dover lottare per salvarsi, che sa di dover passare attraverso fisiologici momenti di difficoltà.

Segnali da cui ripartire

Si possono individuare poi alcuni aspetti in discontinuità col percorso di Pioli: c'è la volontà, ad esempio, di evitare stravolgimenti tattici continui e di tenere il 3-5-2 come base di partenza solida, almeno a stretto giro. Al contempo si può notare come Fagioli, calciatore a caccia di riscatto, non venga visto solo come mezzala ma anche come possibile play: un attestato di fiducia, da un lato, ma anche una necessaria richiesta di responsabilizzazione. Non manca il proposito di rilanciare elementi fin qui poco utilizzati: Parisi è partito titolare con la Juve e ha dato risposte incoraggianti, Vanoli d'altro canto non ha escluso di poter puntare anche al rilancio di Richardson, del tutto fuori dai radar con Pioli.

Il nuovo tecnico ha già lasciato intuire la volontà di puntare con coraggio sui giovani che, in allenamento, dimostreranno di dimostrare spazio: Fortini è ormai stabilmente nelle rotazioni e può giocare su entrambe le fasce, Kouadio è entrato in campo con personalità contro la Juve - al netto di un singolo errore - e può essere utilizzato sia come braccetto a destra (ruolo naturale) che come laterale. Ultimo ma non ultimo, poi, c'è un Kean a tratti straripante a livello atletico e sicuramente generoso: è evidente che il centravanti viola abbia voglia di tornare sui livelli dello scorso anno e di trascinare la squadra fuori dalle sabbie mobili. Un Kean tutt'altro che insofferente e frustrato, nonostante l'ultimo posto: la rappresentazione plastica di ciò che auspica Vanoli (che non a caso ha esaltato, per primo, la prova del centravanti contro la Juve).

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