Fabio Capello mette Del Piero e Yildiz a confronto e spaventa la Juve sul futuro del turco

Kenan Yildiz e Alessandro Del Piero a confronto. L'attuale numero 10 della Juventus e il numero 10 storico del club bianconero. A mettere a confronto i due giocatori ci ha pensato Fabio Capello, che per ogni caratteristica tecnica, fisica e mentale ha dato un giudizio. Lo ha fatto tramite le colonne de La Gazzetta dello Sport, sottolineando anche il rischio di vedere il fenomeno turco lontano dalla Serie A a causa delle pressioni economiche che arriveranno nel corso degli anni.
"C'è un Del Piero in questo Yildiz. Lo vedo come un'immagine importante della Juventus, come lo è stato Ale che ancora oggi riesce ad esserlo. Lui in questo momento è il numero 10, indossa la maglia che ha più valore storico in assoluto e lo fa con voglia e personalità. Del Piero ha fatto la storia, l'altro sente il peso di doverla fare ma è sereno, vivo e divertente. Si vede che c'è un Del Piero in questo Yildiz per quello che fa quando gioca, nella posizione che occupa e dove rende di più. Anche se ovviamente parliamo di un altro periodo, di un altro contesto, di un calcio diverso. Ale aveva grandi qualità, abilità nel dribbling, ma per esempio non aveva la velocità che ha Yildiz, sia con la palla sia quando parte senza".
"Hanno però le stesse capacità balistiche, anche da fuori area. Seguo Yildiz in nazionale e lì, con la Turchia di Montella, è un leader. Del Piero aveva tantissima leadership, ne ha sempre avuto, Yildiz è all'inizio ma dimostra di averne in quantità ed è ciò che gli permette di emergere sia a livello di club sia tra i connazionali. In quanto a fantasia siamo alla pari, ma va precisato che la fantasia è importante ma da sola non basta, deve essere accompagnata dalla qualità. Del Piero sappiamo tutti cosa ha fatto in carriera: tra i pregi di Ale non possiamo non aggiungere una innata eleganza, la stessa che ritrovo nel giovane turco. Del Piero poi aveva una grande visione di gioco, mentre Yildiz in questo momento sembra essere più portato al dribbling e qualche volta tende a fare un lavoro un po' più individuale e personalizzato".
"La Juventus se lo goda finché brillerà a Torino, noi faremo lo stesso finché sarà nel nostro campionato: quando certe pressioni, economiche ovviamente, si faranno sempre più insistenti dall'Inghilterra e dalla Spagna sarà complicato se non impossibile trattenere un classe 2006 come lui".
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