Edoardo Bove può tornare in campo? I possibili scenari tra estero e Italia

  • Esito negativo dei controlli fin qui effettuati: c'è cauto ottimismo
  • La presenza di un defibrillatore sottocutaneo rende percorribile l'idea di un futuro all'estero
Edoardo Bove
Edoardo Bove / Marco Luzzani/GettyImages
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Lo scenario di un ritorno in campo, dopo quanto accaduto il primo dicembre 2024, poteva apparire già in sé pura utopia per Edoardo Bove e già il fatto che l'idea sia tornata in ballo - in vista del 2025/26 - rappresenta un tema degno di nota, da accogliere con favore. Si tratta però di uno scenario che merita numerosi distinguo e altrettante specificazioni, pensando soprattutto all'idea di un ritorno in campo che lo veda protagonista in Italia.

Bove torna in campo? Le prospettive

Bove, come noto da tempo, si è sottoposto a numerosi accertamenti presso l'ospedale Torrette di Ancona, nell'ottica di capire al meglio la situazione dopo il malore accusato in Fiorentina-Inter, che tanto aveva fatto temere per la sorte del calciatore di scuola Roma. La serie di accertamenti ha dato esito negativo, spiega La Gazzetta dello Sport: serviranno ulteriori conferme ma finalmente si respira ottimismo e si può iniziare a pensare a cosa sarà da qui in avanti (pensando anche al campo).

La presenza di un defibrillatore sottocutaneo, impiantato a Bove, fa sì che l'ipotesi di un ritorno in campo in Italia sia - ad oggi - puramente utopistica. Il via libera per tornare potrebbe arrivare il prossimo mese ma, di fatto, la prospettiva realizzabile è quella di un'esperienza all'estero grazie alla differenza a livello di normative (è il calciatore ad assumersi il rischio relativo all'idoneità, non il medico come in Italia).

Bove è legato alla Roma da un contratto fino al giugno del 2028, i giallorossi lasceranno al calciatore totale potere decisionale: possibile un prestito a Everton o Bournemouth. L'idea di una permanenza in Italia, alla Roma o di nuovo alla Fiorentina, si legherebbe necessariamente a cambiamenti nel protocollo connesso ai calciatori che hanno impiantato un defibrillatore sottocutaneo, modifiche al momento non previste a breve. Il percorso di valutazione dei rischi non è ancora terminato ma, finalmente, si vede uno spiraglio per riprendere l'attività sportiva (come auspicato dal calciatore).

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