Dalla scelta di Motta al mercato: perché la Juve vuole separarsi da Giuntoli

In procinto di inziare un'altra rivoluzione nella Torino bianconera.
Venezia v Juventus - Serie A
Venezia v Juventus - Serie A / Alessandro Sabattini/GettyImages
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Non è finita la rivoluzione in casa Juventus. Al termine di una burrascosa stagione, conclusa comunque con l'obiettivo minimo della qualificazione alla prossima Champions League, il club bianconero studia delle possibili modifiche per l'immediato futuro. La più importante, dopo l'esonero di Thiago Motta in corso d'opera, sembra riguardare l'addio del direttore Cristiano Giuntoli, evidenziato fra gli artefici principali del fallimento stagionale del club piemontese, soprattutto per quanto concerne alcune delicate scelte alle quali non sono seguiti risultati accettabili.

La Juventus è uscita prematuramente dalla Champions League (ai Playoff per mano del PSV), è caduta in Supercoppa italiana gennaio (eliminata dal Milan), e ancora in Coppa Italia (sconfitta dall'Empoli), conquistando il quarto posto della Serie A solo all'ultima giornata, dopo diverse sofferenze. Risultati che hanno poco a che vedere con la storia bianconera e che hanno portato a contestazioni dei tifosi a causa dei troppi errori commessi nell'ultimo biennio.

La gestione Allegri e la scelta Motta

C'è una parte sostanziosa di tifosi juventini che ha iniziato a rimpiangere Massimiliano Allegri dal giorno del suo addio e una che desiderava invece un cambiamento radicale. Cristiano Giuntoli, con la scelta di allontanare il tecnico prima del tempo e comunque di non proseguire con lui nella stagione appena conclusa, ha provato a modificare radicalmente il presente bianconero, inciampando sulla scelta di un allenatore che non è mai riuscito a convincere del suo progetto.

La fatica di imporre un nuovo stile di gioco e le complicazioni dovute ai tanti infortuni sono nate come giustificazioni comprensibili, risultate però non più accettabili a 7-8 mesi circa dall'inizio dei lavori. L'epilogo Thiago Motta è datato oltre metà marzo, quando i bianconeri hanno toccato il fondo rimediando la sconfitta interna più bruciante della storia dalla costruzione dello Stadium per mano dell'Atalanta (0-4). Una scelta che è stata ancor più difficile difendere una settimana più tardi, quando la squadra bianconera è caduta per 3-0 anche a Firenze, conducendo all'inevitabile scelta di sollevare il tecnico per alimentare le speranze Champions League con un nuova figura, Igor Tudor.

FBL-EUR-C1-JUVENTUS-TRAINING
FBL-EUR-C1-JUVENTUS-TRAINING / MARCO BERTORELLO/GettyImages

Gli ultimi due mesi hanno rimaneggiato un percorso alla fine concluso con il quarto posto, ma una Juventus ancora poco convincente. Sfumato il ritorno in panchina di Antonio Conte e apprezzato da lontano quello a Milano di Massimiliano Allegri, non è ben chiaro né chi occuperà nella prossima stagione il ruolo di allenatore bianconero né chi svolgerà i ruoli dirigenziali alla Continassa.

Le scelte sul mercato e le cessioni discutibili

A monte dei motivi che portano all'ormai probabile addio di Giuntoli figura non solo la scelta di Thiago Motta, ma anche una gestione del calciomercato poco oculata, sia in entrata che in uscita. Analizzando soltanto l'ultimo calciomercato sono 200 i milioni investiti, senza considerare quelli per Nico Gonzalez, Kelly e Di Gregorio, circa 60, a bilancio nell'annata che deve ancora cominciare. Cifre esorbitanti se rapportate allo scarso rendimento della squadra e alle tante vicissitudini occorse durante la stagione.

Non è certo facile rivoluzionare un club cambiando un numero così alto di calciatori e in alcuni casi, oltre a non sembrare necessario, si è rivelato anche controproducente. La forzata necessità di mettere a referto plusvalenze ha costretto all'addio giovani di prospettiva che si sono imposti superando le aspettative nei club in cui sono stati ceduti. Da Matías Soulé e il ruolo di trascinatore della seconda parte di stagione con la Roma, avversaria proprio nella corsa Champions, a Nicolò Fagioli e Moise Kean alla Fiorentina, fino al rimpianto più grande.

Dean Huijsen
AFC Bournemouth v Leicester City FC - Premier League / Warren Little/GettyImages

È Dean Huijsen, difensore centrale passato in estate al Bournemouth per poco meno di 20 milioni di euro, il giovane che ha avuto un'exploit probabilmente inimmaginabile per la dirigenza bianconera. La stagione da protagonista in Premier League non l'ha soltanto portato all'esordio con la Nazionale spagnola, ma ha anche convinto il Real Madrid a pagare la clausola rescissoria di circa 60 milioni di euro. A soli 12 mesi di distanza dall'addio alla Juventus, il centrale classe 2005 ha firmato per il club più forte al mondo per una cifra tripla rispetto a quanto incassato dai bianconeri. Un errore di programmazione che risulta evidente se inserito nel contesto di una gestione entrate-uscite che sembra oggi aver tenuto in scarsa considerazione i giovani che avrebbero potuto imporsi proprio a Torino.


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