Conte fa il punto sull'infermeria e dribbla la domanda sulla permanenza al Napoli

Giornata di vigilia in casa Napoli, dove si prepara la sfida contro il Genoa valida per la 36ª giornata. Mancano solo tre partite alla fine del campionato e gli azzurri hanno nelle loro mani le sorti della lotta Scudetto. In vista dell'impegno contro il Grifone, Antonio Conte ha preso parte alla conferenza stampa di rito per introdurre il match e commentare i temi principali in casa partenopea.
Lei disse subito 'Amma faticà', ora per queste tre partite qual è la parola d'ordine?
"Dobbiamo continuare, dobbiamo cercare di finire il lavoro. Mancano tre partite, il lavoro fa finito, in base anche a cosa è stato detto a giugno. Amma faticà, non è finito, quindi continuiamo a lavorare in maniera seria come fatto finora".
Lei vive la città, che sensazione vive? Quali sono le sue emozioni?
"Sono stato più a casa questa settimana, per vari motivi. Ho avuto modo però di frequentare la città, devo dire che sto trovando grande responsabilità dai tifosi. Il tifoso sogna, come noi, qualcosa di importante, ma sto trovando grande maturità, almeno personalmente. Trovo persone che dicono la cosa più bella, 'grazie', quindi il lavoro che stiamo facendo è apprezzato ed è la soddisfazione massima".
Su Lobotka, Neres e Buongiorno:
"Come sta Lobotka? Ieri è rientrato in gruppo, si è allenato anche oggi. Abbiamo ancora domani mattina come test di rifinitura per prendere la migliore decisione importante, è un giocatore fondamentale per noi, è un centrocampista molto forte. Non vorrei farne a meno. Neres? Ieri è tornato ad allenarsi parzialmente con noi, oggi ha fatto allenamento, penso che possa venire in panchina con noi. Buongiorno? È ancora fermo, non ha ripreso le attività, forse la settimana prossima potrebbe incrementare il lavoro. C'è più difficoltà. Juan Jesus ha una voglia di morire di tornare, ma i dottori frenano. Mi piace molto la loro voglia".
Resta a Napoli anche l'anno prossimo?
"I tifosi in questo momento non mi fanno questa domanda, quindi può non interessare la risposta. Mi chiedono dello Scudetto e io rispondo che ci proveremo. Il resto è noia...".
Sul Napoli che gioca dopo l'Inter:
"La pressione a prescindere comunque ci sarà, dobbiamo essere bravi a indirizzare la pressione in maniera positiva. Dobbiamo restare concentrati, dobbiamo avere voglia e motivazione. Le prossime due partite le giocheremo in contemporanea che è molto meglio. Per noi comunque non cambierà niente, dobbiamo pensare al nostro. Il Genoa ha reso difficile la vita a tante squadre, verranno a Napoli a giocarsi la partita, vorranno fare bella figura".
Sul Genoa:
"Sarà una gara difficile perché noi ci giochiamo la vita a livello sportivo, loro vorranno fare bella figura. Ci sarà sold-out, sarà un ambiente bello carico. Nessuno depone le armi prima di giocare".
Come si gestisce il troppo entusiasmo?
"È una domanda che sento dalle ultime 10 giornate, la risposta è sempre la stessa, ogni partita è una finale. Dobbiamo vincere la partita in campo, dobbiamo essere focalizzati nel fare le cose per le quali ci alleniamo. Sicuramente c'è pressione, dobbiamo essere bravi ad avere la forza di continuare a fare quello che abbiamo fatto fino ad ora".
All'andata il Napoli giocò un gran primo tempo, poi soffrì nella ripresa. È successo diverse volte: è una questione psicologica?
"Ci sono stati secondi tempi in cui hai sofferto di più, ma spesso è una percezione. Se rivedete la partita, è la paura che ci possano pareggiare, ci sono state partite anche con secondi tempi importanti che hanno cambiato la storia della gara come con Juventus, Inter, tante in cui abbiamo gestito bene fino all'ultimo come col Torino, il Lecce. Abbiamo vinto 1-0, ma sono stati comunque annullati due gol, uno per millimetri, fa parte anche di un percorso di crescita di un gruppo di ragazzi che s'è trovato in testa per tantissime giornate. Non siamo partiti con i favori dei pronostici da tutti, siamo partiti per dare fastidio e non lo dimentichiamo mai. Quando soffriamo, ci diventa bella la sofferenza ricordando l'anno scorso dove si è sofferto veramente".
Cosa aggiungerebbe nel suo libro testa, cuore, gambe, dopo questa stagione?
"Tutto dipende dalla testa, parte dalla testa, poi quello che ci chiedono i tifosi, il cuore, non può essere messo in dubbio il nostro, e le gambe che vanno allenate. Ciò che muove tutto è la testa, quello che mi piacerebbe, se dovessi aggiungere un altro vocabolo, che si sta anche perdendo anche nella crescita dei giovani, è la resilienza, essere pronti a sopportare la fatica, l'ostacolo, superarlo, andare oltre. Spesso è volentieri appena arriva la fatica o l'ostacolo si molla".
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