Conte esprime preoccupazione per il suo Napoli e parla della prova di Hojlund

Prosegue il brutto rapporto con le trasferte del Napoli, che cade al Dall'Ara 2-0 contro il Bologna e perde il primato in classifica. Al termine dell'incontro, Antonio Conte è intervenuto ai microfoni di DAZN per commentare la prestazione e il generale stato di forma dei suoi. Ecco le sue parole.

Sulla partita:
"Sicuarmente il Bologna aveva più energia in tutto. Dispiace constatarlo. Avevano più voglia ed entusiasmo. È quello che ci deve far riflettere, è la quinta sconfitta di quest'anno. Significa che c'è da fare delle riflessioni. Le avevamo già fatte, ma il problema è che loro hanno giocato giovedì e sembravano avvelenati. Noi abbiamo fatto il compitino poi ci siamo sciolti. Dispiace perché l'energia dev'essere diversa".

Ti aspettavi di più da Hojlund?
"Sinceramente a me Hojlund non è dispiaciuto. Forse è stato il migliore in campo. Ha tenuto botta, ha attaccato la profondità. Lucumì ha datto fatica. La questione non è fare o non fare gol. È inevitabile che avevamo preparato alcune cose, ma lui ha difeso diversi palloni. Lui ha fatto una buona partita per me".

Questo andamento può bastare per lottare per il titolo?
"Io son preoccupato, c'è poco da dire. Una squadra che viene indicata come protagonista assoluta perde cinque partite vuol dire che c'è qualcosa che non va. Ripeto: non dobbiamo dimenticare che dopo uno scudetto vinto siamo arrivati decimi. Questo non è stato di insegnamento. Si pensa che dall'oggi al domani il brutto anatroccolo diventa cigno. L'anno scorso abbiamo fatto qualcosa di straordinario che non c'entra niente. Quest'anno stiamo continuando a lavorare, ma dobbiamo chiederci come lo stiamo facendo, se c'è l'entusiasmo giusto, la voglia o se ci stiamo crogiolando di quello che pensano di noi. Sicuramente è cambiata l'energia, non è quella positiva dell'anno scorso. Non è da oggi, lo sanno i ragazzi cosa penso. Mi dispiace che non sto riuscendo a cambiare questa energia in questi 3-4 mesi. Non sto facendo un buon lavoro o che qualcuno non mi vuole sentire".