Comolli come fulcro della Juve: gli aspetti che ne dimostrano la centralità

Emergono di frequente, a livello dirigenziale, due diverse visioni e due punti di vista differenti sull'impostazione di un organigramma e sull'indirizzo di una società: dai club con una netta suddivisione dei poteri e con tante figure ugualmente importanti a quelli in cui, in sostanza, una figura riesce a risultare accentratrice e plenipotenziaria. Il caso della Juventus somiglia più a quest'ultimo, attualmente, e ci riferiamo nello specifico a Damien Comolli e alle sue responsabilità in quanto DG bianconero.
Comolli, un DG al centro
Un documento diffuso da Calcio&Finanza rende chiaro quanto Comolli abbia il controllo su tre distinte aree: rappresentanza del club in ogni sede, potere commerciale (sponsor e gestione aziendale) e calciomercato. Non si tratta di qualcosa di straordinario o inedito in senso assoluto, sottolinea però Tuttosport quanto la situazione si distacchi da Giuntoli e Paratici a livello di tetto di spesa per cui non occorre la controfirma congiunta di presidente e CEO: 45 milioni di euro rispetto ai 10 milioni di Giuntoli e a 25 milioni di Paratici.
Una conferma rilevante rispetto al peso di Comolli sulle questioni di mercato: la Juve sarà costruita seguendo gli input dell'ex Tolosa, che può del resto vantare una storia calcistica connotata in numerosi ruoli (scout, allenatore, AD, presidente). Non mancano altri aspetti da sottolineare, tra i poteri di Comolli: il rapporto con le società dilettantistiche non è da sottovalutare, dando modo di instaurare reti e rapporti utili a livello giovanile, legandosi anche a un discorso identitario. L'idea di Comolli non si collega tanto a un "modello Ajax", con l'unità a livello tattico come filo conduttore, ma all'attenzione rivolta all'analisi dei dati dei calciatori in rapporto alle esigenze del club, in pieno stile Moneyball.
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