Colpo alla Giustizia Sportiva? L'avvocato generale UE dà ragione ad Agnelli

Andrea Agnelli
Andrea Agnelli / Jonathan Moscrop/GettyImages
facebooktwitterreddit

Il caso plusvalenze che toccò la Juventus nel 2023 ha comportato, come noto, l'inibizione di due anni da attività nel calcio per l'ex presidente Andrea Agnelli e l'ex AD Maurizio Arrivabene: il tema torna attuale in seguito al parere espresso dall'avocato generale della Corte di Giustizia UE in merito al ruolo della Giustizia Sportiva e al rapporto tra questa e i diritti fondamentali. Il documento presentato oggi dall'avvocato generale Dean Spielmann, spiega CalcIo e Finanza, ruota essenzialmente attorno a due questioni: la compatibilità dell'inibizione col diritto UE e i limiti della Giustizia Sportiva.

Limiti della Giustizia Sportiva: il parere di Spielmann

Di fatto, spiega Spielmann, le norme europee non impediscono che simili provvedimenti vengano applicati, c'è però una condizione necessaria: che le misure siano giustificate dalla tutela dell'integrità delle competizioni e che si fondino su criteri "chiari, oggettivi, non discriminatori e proporzionali". Al contempo tali inibizioni non violerebbero le regole sulla concorrenza e non ci sarebbero elementi critici in tal senso: non sono sanzioni che alterano il mercato o determinano abusi di posizione dominante. Il ruolo dei giudici statali risulta però uno snodo cruciale: il TAR del Lazio ha infatti segnalato che l'ordinamento italiano non dà modo di annullare e sospendere sanzioni legate alla Giusitizia Sportiva (al massimo può riconoscere un risarcimento economico).

Questo limite, indicato dal TAR del Lazio, sarebbe sì una criticità e non sarebbe compatibile col diritto dell'UE. La tutela della giurisdizione effettiva verrebbe così compressa dall'autonomia della Giustizia Sportiva: i giudici nazionali, invece, dovrebbero poter annullare le sanzioni se risultassero illegittime. Questo, insomma, è il punto che di fatto sorride agli ex dirigenti bianconeri. Il presupposto di partenza, per ritenere valido questo parere, è che la Giustizia Sportiva non sia qualificata come vero e proprio tribunale: aspetto, questo, che cambierebbe le carte in tavola. Il parere di Spielmann non è vincolate ma, spesso, risulta rilevante rispetto a quelle che saranno le decisioni della Corte di Giustizia UE (la sentenza dovrebbe arrivare in un lasso di tempo dai 3 ai 6 mesi). Ciò che emerge dal parete dell'avvocato generale è comunque significativo per ridiscutere il ruolo della giustizia sportiva.

feed