Claudio Chiellini racconta il progetto e i risultati della Juventus Next Gen

Juventus Training Session
Juventus Training Session / Jonathan Moscrop/GettyImages
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Come Head of Next Gen Area, Claudio Chiellini ha raccontato il progetto e i risultati della seconda squadra della Juventus, appunto la Next Gen. Fondata nell'estate 2018, la Juventus Next Gen è riuscita a mantenere sempre la categoria di partenza, ossia la Serie C, conquistando cinque volte la qualificazione ai playoff, non andando mai oltre il secondo turno. All'attivo però ha la vittoria di una Coppa Italia di Serie C. Oltre ai risultati sul campo, la società bianconera è riuscita a crescere diversi talenti grazie alla seconda squadra. I più importanti sono stati Yildiz, Soulé e Huijsen. Solamente il primo fa parte dell'attuale prima squadra juventina, mentre gli altri due sono stati ceduti nel corso delle ultime sessioni di mercato, forse fin troppo a cuor leggero.

Di seguito le parole di Claudio Chiellini ai microfoni di Sky Sport Insider:

"Vedendo i risultati avuti, specialmente negli ultimi tre-quattro anni, c'è orgoglio per questo progetto, per come è nato e per come si è sviluppato. Noi l'abbiamo pensato ben prima del 2018 perché già dal 2015 abbiamo cominciato in estate a richiamare i calciatori in prestito che tornavano dalle varie squadre e i calciatori che uscivano dalla Primavera, formavamo un gruppo di giocatori che si allenava come una vera e propria squadra, con uno staff, un allenatore e organizzavamo anche amichevoli contro le altre squadre di Serie B e Serie C".

"Questo è un progetto che nasce da lontano, che si è sviluppato ed è cambiato nel tempo. Nei primi anni l'obiettivo principale della seconda squadra, oltre a far crescere i giovani, era anche quello di provare a salire di categoria. L'arrivo in prima squadra era in quel momento utopia, sia per la composizione della rosa della prima squadra, sia per gli obiettivi che aveva la Juventus nella stagione 2018-19, l'estate dell'arrivo di Cristiano Ronaldo".

"Negli ultimi anni invece è cambiato proprio l'obiettivo, cioè quello di far crescere internamente i giocatori e farli arrivare in prima squadra. Lo abbiamo fatto con tantissimi calciatori in questi anni e continueremo a farlo".

"Fin dall'inizio ci sono stati degli esordi, molti dei quali nelle partite finali delle stagioni, quando il risultato contava meno perché magari l'obiettivo era già stato raggiunto. Da quando la denominazione è passata da Juventus Under 23 e Juventus Next Gen, questo è invece il focus principale: prima solo Frabotta, tra tutti quelli che avevano esordito aveva avuto un minutaggio discreto, mentre della stagione successiva con la famosa conferenza stampa di Federico Cherubini, Maurizio Arrivabene, Nicolò Fagioli, Fabio Miretti e Matias Soulé, ogni anno almeno tre o quattro giocatori sono entrati in pianta stabile in prima squadra, giocando partite importanti e dando il loro contributo. Tuttora il numero 10 della Juventus è Kenan Yildiz, che era il numero 10 della seconda squadra due anni fa. E anche i risultati della scorsa stagione con Savona, con Mbangula, con Kenan, ci danno grandi soddisfazioni e dimostrano che il progetto sta continuando, anche con allenatori diversi, con dirigenze diverse, il progetto è sempre continuato".

"Chi cresce alla Juventus non avrà le doti tecniche o tattiche come quelli che crescono in altre squadre come Ajax e Barcellona, ma avrà serietà, professionalità e grande voglia di emergere e migliorarsi che sono il segreto della Juventus da cento anni".

"Sono contento che ormai da quando si è inserita l'Atalanta, tutti gli anni si sta inserendo un nuovo club e so anche che c'è continuo interesse in altri club per questa possibilità. Io lo dico da almeno due anni e spero che prima o poi venga fatto, soprattutto quest'anno che il Milan avrà l'opportunità di fare il campionato di Serie D. Nella mia idea si dovrebbe cambiare regolamento di ingresso per mettere la possibilità ai club di Serie A e anche di Serie B di iscrivere la propria seconda squadra anche in Serie D, dove ci può essere maggiore facilità di entrare, e non solo il ripescaggio di ogni anno in Serie C. Questo darebbe a tante società che vogliono investire nei giovani la possibilità di partire con il progetto, di capire pro e contro, di settarsi. Anche noi ci abbiamo messo del tempo. Questo cambiamento darebbe la possibilità al sistema di integrare immediatamente un numero maggiore di seconde squadre, che permetterebbe poi anche alle nazionali di trarre beneficio. In questo modo si darebbe visibilità anche alla Serie D, dove ci sono talenti e la Juventus lo dimostra, visto che Cambiaso e Gatti sono calciatori cresciuti nella quarta divisione italiana. Quando ero direttore sportivo del Pisa, acquistammo Lucca che aveva giocato in Serie D nel Palermo e nella Nazionale attuale ci sono tanti calciatori passati dalla Serie D".

"I ragazzi rimangono sempre legati a questo ambiente, anche quando vanno in prima squadra spesso vengono qua di nuovi a vedere le partite del settore giovanile, non solo della seconda squadra. Spesso sono ragazzi che hanno vissuto per anni nel convitto, con calciatori sia più grandi che più giovani, quindi si crea questo rapporto tra loro. Lo scorso anno nella partita tra Juve A e Juve B fu scattata una bellissima foto con calciatori di ogni generazione: classe 2000, 2002, 2003, quelli del 2005 e 2006, tutti insieme che parlavano. Qualcuno è diventato una star, come Yildiz e Huijsen, qualcuno gioca ancora nella Next Gen e qualche altro va in altre squadre in Serie A, Serie B, Serie C o all'estero. Però il rapporto con i giocatori rimane sempre, anche quello verso gli allenatori, verso le persone che li hanno cresciuti".


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