Chi è Joao Mario: caratteristiche tecniche, carriera e ruolo dell'acquisto della Juve

Il portoghese è pronto a unirsi ai bianconeri: in che ruolo giocherà e cosa porta alla Juve
Joao Mario
Joao Mario / Carlos Rodrigues/GettyImages
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Il mercato della Juventus si muove secondo un principio chiaro: non esistono incedibili stabiliti a priori, al di là di rarissime eccezioni, e ogni elemento può risultare sacrificabile a fronte di una giusta valutazione. Ecco dunque che, dopo le voci sul possibile rilancio di Alberto Costa grazie a un buon Mondiale per Club, Comolli e gli uomini mercato bianconeri hanno maturato la decisione di lasciar partire il laterale portoghese e di approfittare dell'interesse di club importanti nell'ottica di riportarlo in Patria dopo una breve esperienza in Serie A.

Chi è Joao Mario

Rinunciare a un classe 2003 in rampa di lancio può apparire sulla carta una scelta rischiosa, la Juventus però ha preferito puntare sulla maggiore esperienza di Joao Mario (classe 2000) e ha guadagnato anche 3 milioni di euro dallo scambio concluso col Porto. Ci si interroga dunque sulle caratteristiche di Joao Mario e sul suo possibile impatto con l'undici di Tudor. Joao Mario ha legato tutto il proprio percorso al Porto, club in cui milita fin dalle giovanili: è entrato nel giro della prima squadra a partire dal 2019/20 e - col passare delle stagioni - è riuscito a ritagliarsi uno spazio via via maggiore, fino a diventare un punto fermo dei Dragoes (dal 2021/22).

Ruolo e caratteristiche

Partito da una posizione più avanzata, da esterno alto, si è poi imposto in prima squadra come laterale basso in una difesa a quattro e, aspetto tutt'altro che banale in ottica Juve, ha chiuso l'ultima stagione agendo da esterno destro in un 3-4-2-1, a tutta fascia. Nel contesto bianconero si tratta di un discorso cruciale, che incontra sulla carta le esigenze di Tudor: Joao Mario sarà proprio l'interprete ideale per agire sulla destra nel 3-4-2-1 del tecnico bianconero, sfruttando tutte le caratteristiche tipiche di chi sa abbinare efficacia in fase di spinta e applicazione difensiva.

Il portoghese sarebbe apparso probabilmente troppo offensivo per cavarsela in un 4-2-3-1 anche nel contesto italiano, la garanzia di avere alle sue spalle un braccetto lo libererà di qualche compito in fase difensiva e gli permetterà di sfruttare al meglio le doti che lo rendono minaccioso per gli avversari. Grande corsa, capacità di saltare l'uomo in velocità e una qualità nel cross che gli ha fruttato un buon numero di assist (ben 7 solo nell'ultima stagione, tra le varie competizioni). La rapidità e la resistenza lo rendono un ideale esterno a tutta fascia, utile soprattutto quando si tratta di ribaltare il gioco e di ripartire.

Aspetti che si uniscono a una disciplina tattica che lo rende tutto fuorché anarchico e a un'attenzione difensiva perfezionata negli anni, andando in qualche modo a superare un punto debole che lo caratterizzava nelle prime fasi della carriera. A impreziosire il profilo, anche rispetto al partente Alberto Costa, c'è poi l'esperienza internazionale accumulata col Porto: ben 19 le presenze in Champions League, 12 in Europa League e una recente partecipazione al Mondiale per Club completano un curriculum che avrà senz'altro rubato l'occhio agli uomini mercato bianconeri, anche nel confronto con Costa.

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