Beppe Sala spara a zero sulle proprietà di Inter e Milan e analizza la situazione San Siro

Stadio San Siro
Stadio San Siro / Pier Marco Tacca/GettyImages
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La telenovela San Siro dovrebbe concludersi, nel bene o nel male, tra la seconda e la terza settimana di settembre quando è in programma l'approvazione della delibera sulla vendita dell'impianto di Milano e dell'area circostante (dove dovrebbe poi nascere il nuovo stadio di Inter e Milan). Una volta approvata la delibera saranno necessari - come riporta Sky Sport - al massimo altri due passaggi in commissione consigliare prima del voto definitivo in Consiglio Comunale. O almeno questo è quello che dovrebbe avvenire sulla carta, ma la discussione sulla delibera è già slittata da luglio (che ai tempi venne definito periodo limite per rispettare le scadenze, considerando che dai primi di novembre il secondo anello del Meazza diventerà intoccabile, mettendo fine al progetto di demolizione). Inoltre i numeri nella maggioranza iniziano ad essere sempre più al limite. Di fatto, Inter e Milan rischiano di rimanere con un pugno di mosche in mano, e il Comune di Milano invece con un impianto che senza le due società milanesi (che porterebbero avanti da subito il Piano B, con la costruzione di due nuovi stadi fuori dalla città) rischia di diventare una cattedrale nel deserto.

Sulla situazione ha parlato, ancora una volta, Beppe Sala primo cittadino di Milano. Il Sindaco ha escluso dimissioni in caso di mancata cessione dello stadio a Inter e Milan e ha espresso giudizi piuttosto duri nei confronti dei due club. Queste le sue parole:

"Non mi arrendo facilmente di fronte alle difficoltà, ma di fatto penso che un Sindaco si debba dimettere se c'è una decisione che mina il funzionamento dell'amministrazione, come una mancata approvazione del bilancio, ma di fronte a una cosa del genere no. Poi ognuno si prenderà la propria responsabilità. Speriamo di trovare un accordo al più presto. Lo sconto, come viene chiamato, è pari a zero. Non c'è sconto, ma compartecipazione alle spese che deriva o dalla legge sulle bonifiche o da nostre richieste, come lo spostamento dello stadio stesso. Queste proprietà più che la passione per il calcio,lo considerano una occasione di business".


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