Accordo raggiunto ma il mistero rimane: Ranieri sul prossimo allenatore della Roma

I dubbi sul futuro allenatore della Roma: Ranieri non si sbilancia ma l'accordo c'è già
Ranieri
Ranieri / Paolo Bruno/GettyImages
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La Roma non è ancora matematicamente fuori dai discorsi per la Champions League, servirebbe un successo a Torino a una mancata vittoria della Juve a Venezia, ma in casa giallorossa tanti discorsi sono già rivolti al futuro e a quello che succederà nelle prossime settimane quando - dopo settimane di dubbi - si scioglieranno le incognite legate al nuovo tecnico. Claudio Ranieri, attuale tecnico giallorosso pronto a vivere l'ultima da allenatore a Torino, ha parlato a La Repubblica del proprio futuro e non si è soffermato sul nome del prossimo tecnico giallorosso. Queste le sue parole:

Il ruolo futuro: "Sarò il consulente di Dan Friedkin: parlo spesso con il presidente, gli dico le cose che vanno bene, quelle che non vanno, lui mi ascolta e poi agisce".

Il prossimo allenatore: "Mio fratello mi ha chiama e mi fa: “Ma almeno a me lo dici? Me lo chiedono tutti!”. E io: “Per questo non te lo dico, così non si sparge la voce”. Pure a Venditti ho detto: “Lo saprete il 1° luglio”. Mi fa: “Ma se arriva a luglio non conosce i giocatori”. “Glieli spiego io”, gli ho detto. L'accordo c’è già. Ma deciderà il presidente quando dirlo".

Nuovo tecnico all'ombra di Ranieri? "Farò solo il consigliere. Starò nel mio cantuccio, nell’ombra, fuori dai riflettori: se il nuovo allenatore avrà bisogno, sarò sempre a sua disposizione. Che farò da lunedì? Voglio andare in Giappone, in India. Mia moglie ride, dice: “Voglio vedere quando lo faremo”. Un anno fa mia figlia già mi aveva regalato tutti i libri su Tokyo e consigliato i ristoranti. Poi…".

Il grande percorso in giallorosso: "Quando sono entrato ho pensato: in una settimana metto a posto la squadra. Lo spogliatoio era sano, andava ricreata l’autostima, i giocatori sono stati bravissimi. Hummels disse: “Riprenderemo la Lazio”. Io neanche gli diedi peso. Per me era importante portar fuori la Roma dalle sabbie mobili".

Calciatori a cui è più legato: "Ne ho avuti tanti. Mutu, che al Chelsea avrei voluto in coppia con Adriano. Totti, Del Piero, Francescoli, poi Lampard, John Terry. Lo vidi nella seconda squadra e dissi: questo diventerà il capitano della nazionale. E Zola".

Atteggiamento paterno: "Con me funziona così: ci sono delle regole e le scrivono i giocatori. Ma devono rispettarle. Sono molto democratico finché fanno quello che dico io. Non è che se uno arriva tardi, paga la multa. Mi sembra sciocco. Però se lo fa spesso, divento molto poco tollerante. Anni fa, tournée in Giappone, un ragazzo è arrivato tardi due volte. Non l’ho multato, gli ho detto: prendi l’aereo e torni a casa, l’ho mandato via".

Il futuro di Totti: "Francesco non ha trovato la sua strada. Ha cercato di fare l’allenatore, è andato al corso di Coverciano, dopo quattro giorni se n’è andato. Uomo immagine? Ma a lui piacerebbe farlo?".

Obiettivi della proprietà: "I Friedkin vogliono portarla stabilmente in Champions. Poi, se sei lì puoi vincere o perdere, ma loro hanno questo sogno. Cosa è mancato finora? Sicuramente hanno sbagliato interpreti. Mi auguro di essere io la persona che li possa aiutare".

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