In Serie A non vaccinato il 10% dei calciatori: la risposta del calcio ai no-vax

Silvia Lore/Getty Images
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L'allarme lanciato dal medico dello Spezia ("La bolla è scoppiata a causa di due calciatori no vax") ha destato preoccupazione nel mondo del calcio. Il nuovo protocollo FIGC dà indicazioni severe e precise su come limitare e gestire i contagi da coronavirus perché c'è la voglia di ripartire con la nuova stagione, senza fermarsi.

In Italia non esiste l’obbligo di vaccinazione se non per le categorie che operano in ambito sanitario. Al momento in Serie A circa il 90% dei componenti dei vari gruppi squadra avrebbero ricevuto almeno una dose di vaccino ma in ogni club, in media, esistono 2-3 giocatori non vaccinati.

Paolo Dal Pino
Paolo Dal Pino / Nicolò Campo/Getty Images

La speranza è di convincere tutti prima della partenza del campionato, tra un mese esatto. La Federazione si è anche offerta di fare da tramite con le autorità commissariali per agevolare il percorso vaccinale dei club e ad 'approfittarne' sono state in 4: Milan, Bologna, Empoli e Fiorentina. Stando a quanto riferito dalla Gazzetta dello Sport, il presidente della Lega A auspica buon senso ma ha lasciato autonomia ai club nella gestione del percorso. Se quanto accaduto adesso allo Spezia fosse successo a ottobre ci sarebbero stati dei danni decisamente importanti, a livello di salute ed economico. L'AIC ha inviato una lettera a tutti i tesserati in cui si spiegava ai giocatori perché è fondamentale farsi il vaccino.

Il fattore economico potrebbe diventare importante e potrebbe far decidere gli indecisi. Ecco le parole del prof. Nanni: "Come medici dei club abbiamo organizzato diversi incontri per spiegare ai giocatori l’importanza dei vaccini per loro stessi, per gli altri e pure per il sistema calcio. È ovvio che dal punto di vista legale non si può obbligare nessuno, ma bisogna fare in modo che chi sceglie di non vaccinarsi ne risponda dal punto di vista morale e anche economico. Che paghino loro le terapie e i medici e rimborsino i club che per la loro scelta sono stati danneggiati! Io sono drastico: siamo di fronte a una pandemia, non un’influenzetta, servono regole speciali ed è ora di tirarle fuori". Mentre per ciò che riguarda gli arbitri, il 95% ha già la doppia dose, il restante 5% rientra tra i guariti o tra chi ha ricevuto solo la prima dose.


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