Samardzic può diventare il prossimo Zielinski?

Lazar Samardzic, Piotr Zielinski | 90min Italia
Lazar Samardzic, Piotr Zielinski | 90min Italia /
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Il colpo di fulmine non esiste, Hollywood deve mettersi l'anima in pace. L'innamoramento è infatti un processo, qualcosa che si costruisce con il passare del tempo. Va però riconosciuto che c'è un momento in cui realizziamo di essere cotti, come un'epifania che giunge all'improvviso.

Da grande conoscitore di calcio qual è, Luciano Spalletti conosceva già da tempo Lazar Samardzic. Probabilmente aveva sentito parlare di lui ancor prima che arrivasse all'Udinese con le stimmate del campioncino in erba. Ma l'attimo in cui ha capito di essere calcisticamente innamorato pazzo di lui è arrivato all'82' di Napoli-Udinese, quando il tedesco ha segnato la rete del 3-2 che ha fatto sudare freddo a tutti i tifosi partenopei presenti sugli spalti. Un gol non banale, che il classe 2002 si è apparecchiato rubando palla a Kim - che quest'anno di palloni ne avrà persi forse un paio - e battendo Meret con un sinistro a giro che si è insaccato sul secondo palo.

Qualsiasi ventenne si sarebbe lasciato condizionare dall'entusiasmo e avrebbe festeggiato anche in maniera veemente quel gran gol, ma lui si è subito girato verso il centro del campo dando le spalle alla porta come un supereroe che si avvia verso l'orizzonte ignorando l'esplosione che ha appena provocato. Samardzic ha l'aria di uno che non vuole accontentarsi mai.

Lazar Samardzic
Lazar Samardzic / Francesco Pecoraro/GettyImages

Forse è per questo che Spalletti lo vuole con sé. Perché si sta scrollando di dosso la nomea di genio ribelle che portava in dote quando è arrivato dal Lipsia, diventando sempre più maturo. Andrea Sottil sta usando bastone e carota con lui: sa benissimo che è il giocatore più forte in prospettiva che ha a disposizione, ma lo usa con il contagocce, quasi a volerlo tenere in gabbia per poi sfoderarne la rabbia negli ultimi 20/30 minuti della partita.

Talento e disciplina: due parole di cui lo Spallettone va matto. Perché puoi essere bravo quanto vuoi con il pallone, ma sei un campione solo nel momento in cui accetti di vedere gli altri giocare e aspetti pazientemente il tuo turno. Solo allora puoi essere considerato un giocatore da Napoli.

Allo stesso modo, le squadre vincenti non si giudicano sul breve periodo ma sulla loro progettualità. A cosa servirebbe vincere questo Scudetto, ma - ad esempio - arrivare quarti l'anno prossimo? Ecco perché dalle parti di Castel Volturno si sta già ragionando in prospettiva e nel Napoli del domani potrebbe esserci anche Lazar Samardzic.

Questo perché Piotr Zielinski ha il contratto in scadenza nel 2024 e non pare intenzionato a firmare il rinnovo perché vorrebbe fare una nuova esperienza all'estero. Già la scorsa estate il polacco sembrava poter prendere parte al fuggi-fuggi generale e fare compagnia ai vari Mertens, Insigne, Koulibaly, eccetera. Tuttavia, la trattativa con il West Ham non è andata a buon fine e Zielinski, anziché piantare i piedi dando una grana alla società, ha affrontato la cosa con professionalità, svolgendo il suo solio compito da leader del centrocampo. Vi ricordate il discorso di prima sui campioni? Ecco, Piotr è uno di questi.

Piotr Zielinski
Piotr Zielinski / ATPImages/GettyImages

Il divorzio a fine stagione - sempre a cuor leggero com'è successo con tutti gli altri senatori del gruppo storico - appare inevitabile e il Napoli si trova a dovergli trovare un sostituto. Oggigiorno però i giocatori dal talento pari a quello di Zielinski vengono pagati a peso d'oro. Convine dunque muoversi in anticipo se non ci si vuole far spennare.

Il ds Giuntoli vuole accelerare i concordati con l'Udinese per bloccare già a gennaio Samardzic per poi portarlo nel Golfo solo in estate. Via un giocatore, dentro un altro: è questa la strategia che il Napoli sta adottando negli ultimi tempi e le cessioni autorevoli compensate da acquisti di semisconosciuti hanno fin qui portato degli ottimi risultati.

Ma Samardzic è l'uomo giusto per sostituire Zielinski? E, soprattutto, è già pronto per ricoprire un ruolo primario in una squadra che l'anno prossimo lotterà per lo Scudetto? La risposta alla prima domanda è positiva: il tedesco di origini serbe non solo ricopre le stesse zone di campo del polacco, ma pare averne anche le medesime qualità in fase di palleggio, inserimento e tiro dalla distanza.

Qualche dubbio invece sulla sua presunta competitività in una big. D'altra parte fare la differenza in una partita in corso con l'Udinese è un conto, ben altro è invece fare altrettanto giocando tutti i 90 minuti con l'obiettivo di vincere a tutti i costi. Un dubbio legittimo, dunque, ma il Napoli finora ci ha saputo sorprendere ed è per questo che pian piano ci stiamo innamorando della squadra di Spalletti.