Roma, Pallotta rifiuta Friedkin? Un rischio calcolato per mirare più "in alto"

Giuseppe Bellini/Getty Images
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Con la ripresa della Serie A quasi alle porte, dove la Roma proverà una disperata rincorsa al quarto posto Champions occupato dall'Atalanta, resta sempre di moda la questione del passaggio di proprietà. Una trattativa che ad inizio marzo era quasi sul punto di chiudersi con le firme sugli accordi preliminari tra James Pallotta e Dan Friedkin, prima che l'arrivo del coronavirus sconvolgesse il sistema sanitario, poi il calcio con lo stop ai campionati ed una crisi economica generalizzata.

Paolo Bruno/Getty Images

L'accordo tra i due era stato trovato su una base di circa 700 milioni di euro ma, a causa della crisi, la cifra non è più stata ritenuta congrua dall'acquirente. L'interruzione delle trattative sembrava aver tolto definitivamente Friedkin di torno, ma il magnate texano è tornato all'attacco con una nuova offerta, sensibilmente più bassa della precedente, ricevendo da James Pallotta un secco "no". La strategia dell'attuale proprietario si sta pian piano delineando. Vista la sua natura di speculatore, Pallotta attenderà il fisiologico rialzo del mercato, sperando arrivi la svolta decisiva sul fronte nuovo stadio, che negli ultimi giorni ha registrato piccoli passi in avanti.

Silvia Lore/Getty Images

Pallotta non ha intenzione di cedere ad una cifra più bassa di quella che aveva stabilito. Onorerà tutte le spese di gestione, stipendi in primis, versando denaro in cassa, ma nel frattempo continuerà nella sua classica politica: quella di cedere giocatori, provando però a mantenere i due gioielli Zaniolo e Pellegrini. Sperando anche che in autunno, a meno di un colpo di coda di Dan Friedkin, possa arrivare qualche altro investitore ad affiancarlo.


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