Ibra: "Gioco per vincere, non sono uno da Europa League. Difficile che rimanga al Milan. Rangnick? Non so chi sia"

Ibra sul suo futuro al Milan
Ibra sul suo futuro al Milan / Chris Ricco/Getty Images
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Zlatan Ibrahimovic, centravanti del Milan, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport nel corso della quale ha affrontato varie tematiche (sia personali che non) togliendosi anche più di qualche sassolino dalla scarpa.

Alessandro Sabattini/Getty Images

"Mi hanno detto che smettere in America era troppo facile. E allora sono tornato al Milan. Poi questo Covid ha fermato tutto, allora ho pensato: c’è qualcosa che non vuole che io smetta. Per fortuna poi abbiamo ricominciato. Futuro? Sono nato per giocare a calcio e sono ancora il migliore. Ibra gioca per vincere qualcosa o sta a casa, Ibra non è un giocatore da Europa League e il Milan non è un club da Europa League. Ora sto giocando gratis, soltanto per passione. Vediamo come sto tra due mesi. Non so se ci sarà un altro club dopo il Milan, io non chiudo mai le porte. Ma vado solo in un posto dove comando, non in un posto in cui le parole non valgono niente", queste le parole di Ibra.

L'attaccante svedese del Milan ha poi concluso: "Con Gazidis c'è stato un faccia a faccia necessario ma se la situazione è questa sarà difficile che io rimanga qui. Ho parlato per me e per la squadra, è stato un confronto necessario. Non era cattiveria la mia. Ma bisogno di avere spiegazioni sul futuro, il mio e quello del Milan.​ Ho detto che il Milan non è il mio grande Milan, è vero. Ma dobbiamo fare tutto il meglio possibile anche in questa situazione. Sino alla fine. Rangnick? Non so chi sia".


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