I Nostri 21, il resoconto della prima giornata: Foden sfortunato, Isak regge l'attacco

I Nostri 21
I Nostri 21 / 90min
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Una sola giornata è evidentemente uno spazio ristretto per tracciare bilanci, lo è a livello di squadra come di singoli, e altre due partite dei gironi di qualificazione a disposizione possono regalare sorprese e sovvertire quanto emerso fin qui: è ovvio però che, dopo questo primo assaggio di Europeo, emergano già i primi indizi su chi potrà essere protagonista e su chi, d'altro canto, si troverà a faticare di più, il discorso vale anche per la schiera dei Nostri 21, i giovani su cui 90min ha scelto di puntare, seguendoli con particolare attenzione, lungo il corso di Euro 2020. Tutte le squadre hanno avuto modo di scendere in campo e la panoramica dunque è completa: tra i talenti che stiamo seguendo con un occhio di riguardo non sono mancati segnali d'eccellenza, attesi o meno, in mezzo a un quadro di luci e ombre, con diversi giocatori che non hanno ancora avuto modo di ritagliarsi uno spazio o un minutaggio tale da lasciare davvero il segno.

Phil Foden
Il palo di Foden / Robin Jones/Getty Images

Il primi a scendere in campo sono stati gli inglesi Foden e Bellingham, intriganti protagonisti del nuovo corso dei Tre Leoni, seppur con un peso diverso: il primo, al di là del discorso anagrafico, è assolutamente al centro del progetto targato Southgate ed è partito titolare, come del resto ci si aspettava. Foden ha offerto subito un lampo, per certi versi illusorio, andando a colpire il palo con un bel sinistro al giro dal limite: l'unico grande scossone di una sfida che, al netto della sfortuna, ha regalato sprazzi del suo indubbio talento. Gli ingredienti per risultare protagonista ci sono tutti, resta da capire se Southgate continuerà a schierarlo sulla destra (come con la Croazia) o lo sposterà in posizioni più congeniali e abituali. Diverso il discorso Bellingham: il suo ingresso in campo ha fatto la storia ma non per le giocate bensì per un record, è diventato infatti il più giovane di sempre a giocare in un Europeo. Per quanto riguarda l'impatto in campo, in appena dieci minuti, si è messo in mostra solo con un pregevole recupero dopo aver perso palla, a pochi istanti dall'ingresso in campo.

Due protagonisti anche in Austria-Macedonia, sfida vinta dagli uomini di Foda per 3-1, uno per parte: l'austriaco Baumgartner non ha pienamente convinto, preso per tutto il primo tempo dalla ricerca poco efficace della posizione, con qualche inserimento non del tutto incisivo e una sostituzione già al 58'. Dall'altra parte Elmas ha mostrato la nota tecnica ma talvolta si è rivelato poco lucido nel liberarsi del pallone, tanta personalità e voglia di incidere ma qualche errore evitabile nelle situazioni più semplici. Si è spostato poi in appoggio a Pandev nel finale, senza fare la differenza.

Pedri
La delusione di Pedri / David Ramos/Getty Images

Quattro protagonisti anche il giorno successivo, con Hlozek ad aprire le danze: impiegato dal 72' nel successo contro la Scozia si è mosso bene, mostrando intraprendenza e offrendo un bel pallone a Schick per la possibile tripleltta. Ben tre protagonisti in Spagna-Svezia, finita a reti inviolate e con qualche critica per Luis Enrique: Pedri e Ferran Torres si sono affacciati sull'Europeo come titolari, di fatto, del nuovo corso della Roja. Il primo ha toccato un gran numero di palloni, cercato con insistenza dai compagni e pronto a svariare tra le linee per dialogare in fase d'attacco, patendo però la maggiore forza fisica della Svezia soprattutto nella ripresa per poi riaccendersi nel finale, restando insomma lucido per i novanta minuti. Meno convincente Ferran Torres, nel primo tempo costantemente alla ricerca del dialogo con Llorente a destra e un po' bloccato, con un solo tiro (innocuo) all'attivo. Si è poi accentrato nella ripresa, avanzando anche il raggio d'azione, senza però incidere.

Alexander Isak, Jan Andersson
Isak: un cambio inatteso / Julio Munoz - Pool/Getty Images

Da sottolineare infine la prova di Isak della Svezia: l'attaccante ha retto da solo il peso dell'attacco, mostrando sì forza fisica ma anche personalità e doti tecniche, riuscendo talvolta a saltare i diretti marcatori e facendo salire una squadra costantemente impegnata nella propria metà campo. Pochi palloni giocabili nel primo tempo, i pochi avuti li ha tradotti in occasioni pericolose, colpendo anche uno sfortunato palo. Difficile da spiegare, alla luce della prova positiva, la sostituzione al 69'.


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