I 3 motivi per cui Ibrahimovic può essere ancora decisivo per il Milan nonostante i 39 anni

"Sto bene, sto lavorando e questa è solo la seconda partita ufficiale. Se avessi avuto vent'anni, avrei fatto due gol in più. Ma io sono come Benjamin Button: ringiovanisco con gli anni. Ma non voglio parlare della mia età, voglio essere giudicato allo stesso livello degli altri". Zlatan Ibrahimovic non usa mai parole banali. E l'ha fatto anche ieri, dopo la vittoria per 2-0 del Milan sul Bologna arrivata grazie ad una sua doppietta, ai microfoni di Sky Sport. Lo svedese ha toccato anche il tasto età: perché Ibra può ancora essere decisivo nonostante la carta d'identità segni già quota 39. E ci sono almeno tre motivi per pensarlo.

PERSONALITÁ E CARISMA - La personalità e il carisma di Zlatan sono noti a tutti, da sempre. Da quando è arrivato al Milan ha trascinato squadra e compagni nonostante molti avessero storto il naso dopo l'esperienza in Mls. Niente da fare: Ibra passa sopra tutto e tutti. E ne beneficia tutta la squadra, che lo segue a dovere.

GOL E ASSIST - L'incisività di Ibra non è mai stata sotto esame. I gol messi a segno in carriera sono stati tanti, gli assist pure: l'ennesima conferma della straordinaria vena realizzativa dello svedese è arrivata negli ultimi sei mesi rossoneri che hanno ridato ossigeno in classifica al Diavolo. E la partenza di quest'anno (con doppietta) non è stata da meno.

SICUREZZA NEI PROPRI MEZZI - Ibrahimovic è sicuro di sé. Per tante persone risulta anche fastidioso per la costante autocelebrazione, ma Ibra è diventato unico anche in questo senso ed è sempre capace di non deludere in campo: se dice una cosa davanti ai microfoni, lo fa perché è sicuro di rispondere sul prato. Che si parta dalla definizione di "Dio" o dal più recente "Benjamin Button", fa poca differenza.

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