Europei, la Uefa pensa di tagliare le città a rischio per il Covid-19. Ma c'è anche un Piano B: il punto

Aleksander Ceferin
Aleksander Ceferin / FRANCK FIFE/Getty Images
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"Ceferin (presidente Uefa, ndr) sta pensando se non avrebbe più senso giocare l'Europeo in un solo paese". Le recenti parole uscite dalla bocca di Karl Heinz Rummenigge lasciano aperto questo scenario in vista degli Europei, previsti inizialmente per l'estate del 2020 e rinviati poi al 2021 causa Covid-19.

Aleksander Ceferin
Aleksander Ceferin / Robbie Jay Barratt - AMA/Getty Images

Inizialmente la Uefa aveva pensato a un torneo itinerante in 12 sedi, compresa l'Italia con la presenza di Roma. Oltre alla Capitale, erano in agenda anche le tappe a Copenaghen, Bucarest, Amsterdam, Dublino, Bilbao, Budapest, Glasgow, Baku, Monaco di Baviera, Londra e San Pietroburgo. I tanti viaggi previsti e la situazione critica in alcuni paesi per la pandemia (vedi il Regno Unito), stanno però facendo riflettere l'Uefa sulla delicata questione.

Secondo il quotidiano La Repubblica, l'ipotesi che si sta facendo strada prevede ora di tagliare le città più a rischio: in bilico anche la gara inaugurale a Roma (al momento l'Olimpico non può ospitare pubblico). Il piano B prevede invece di giocare tutte le gare in unico paese, seguendo il modello della Final Eight di Champions League ed Europa League dello scorso agosto a Lisbona. La decisione è prevista per il mese di marzo. 


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