Cambio di proprietà in casa Roma: si farà oppure no?

Paolo Bruno/Getty Images
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Per la Roma il 2020 era, sportivamente parlando, cominciato come peggio non si poteva. Le sconfitte con Torino e Juventus (anche in Coppa Italia), a cui si è unito il grave infortunio di Zaniolo, hanno fatto capire ai tifosi giallorossi come questo non sarebbe stato un anno anno propizio. La convinzione, però, sembrava potesse svanire con l'avvento di Dan Friedkin, il nuovo proprietario che avrebbe potuto riportare la Roma a sognare di competere per vincere trofei, non per un quarto posto come aspirazione massima.

Paolo Bruno/Getty Images

E a marzo, dopo tanto tribolare, sembrava tutto fatto. Nei primi giorni del mese James Pallotta, attuale proprietario del club giallorosso, e Dan Friedkin, l'acquirente, erano sul punto di firmare gli accordi preliminari, quelli che avrebbero portato al closing definitivo nel giro di poco tempo. Ma nessuno poteva immaginare la portata del coronavirus, che si è abbattuto sul mondo sconvolgendo tutto, dalla sanità all'economia.

Vivien Killilea/Getty Images

E proprio la crisi economica scatenata dalla pandemia ha fermato la trattativa sul più bello. L'accordo era pronto, per una cifra di circa 700 milioni di euro che avrebbe permesso a Pallotta e ai suoi soci di "tornare a casa" con 30 milioni di euro di plusvalenza. Ma la crisi ha reso questa cifra non più consona, con Dan Friedkin che si è allontanato, tornando poi alla carica con una cifra sensibilmente più bassa. Ed è lì che Pallotta ha detto "no". L'attuale presidente, da buon speculatore qual è, preferisce restare in sella ad un club che non vuole più portare avanti e aspettare tempi economici migliori, proteggendo nel frattempo il suo investimento per poi guadagnare in seguito la cifra che aveva immaginato all'inizio, anche grazie al nuovo stadio della Roma, le cui possibilità stanno tornando a salire, anche se piano.

GABRIEL BOUYS/Getty Images

Con Friedkin sembra finita, ma la sensazione è che la vera parola fine non sia ancora stata scritta. E se non dovesse essere il magnate texano, lo farà un altra persona/cordata a rilevare la Roma. Una società che, seppur non vincente, rappresenta un marchio garantito e riconoscibile in tutto il mondo. Magari non sarà più una Roma americana, i tifosi si augurano possa diventare un po' più orientale...


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