Agnelli: "La Juventus paga più di tutti e non può parlare"

Andrea Agnelli
Andrea Agnelli / Daniele Badolato - Juventus FC/GettyImages
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Andrea Agnelli è stato protagonista di un lungo intervento durante il Next Gen Day organizzato oggi all'Allianz Stadium: "Oggi noi non stiamo innovando, si tratta di copiare quello che gli altri fanno bene e farlo anche noi. Il passaggio delle seconde squadre è utilissimo, è un passaggio di sostenibilità. Se uno può costruirsi un calciatore in casa, non si investe per acquistarlo e anche la parte iniziale della retribuzione è più bassa e questo permette un percorso di sostenibilità per i club. Si danno giocatori alle Nazionali e questo è un vantaggio. Sin dal mio arrivo nel 2010 si voleva il progetto delle seconde squadre. C’è voluto un momento di discontinuità per realizzarlo, perché alternativamente è stato molto difficile. Il primo anno fu stranissimo, perché i calciatori non capivano cosa fossero. Erano abituati ai prestiti e non capivano cosa rappresentassero. I giocatori della Juve dalla prima squadra all’U17 sono Juventus, il valore è Juventus".

"In cinquant’anni di storia quanti giocatori dal settore giovanile della Juventus sono andati in prima squadra? Bettega. Una società come la Juventus non è una onlus, non lo fa per le Nazionali, alle Nazionali deve arrivare un beneficio indiretto. L’Italia ha circa 450 prestiti, l’Inghilterra 150 e gli altri 20 o 30, perché noi e l’Inghilterra non abbiamo le seconde squadre. Io mi devo tutelare, un calciatore giovane che può essere bravo lo devo bloccare, altrimenti me lo portano via e magari deve andare a giocare da qualche parte", ha proseguito il presidente della Juventus sui giovani in ottica prima squadra.

Vitinha, Fabio Miretti, Nicolo Fagioli
Vitinha, Fabio Miretti, Nicolo Fagioli / Jonathan Moscrop/GettyImages

Agnelli si è poi soffermato sui costi del club: "Con le seconde squadre i migliori si tengono, si formano e arrivano. La cifra di 1,2 milioni è stato il pegno del 2018. Noi partecipiamo alle assemblee senza diritto di voto. La Juventus arriva, paga più degli altri e non può parlare. Oggi una seconda squadra può anche rischiare una retrocessione, e se la seconda squadra della Juventus retrocede la sciogliamo nell’acido. Dove li mettiamo i giocatori? Li sciogliamo nell’acido. Quello che è certo è che la seconda squadra consente di ridurre i costi della prima squadra in prospettiva. Il vero vantaggio economico ce l’ho quando il progetto va a regime, sui costi della prima squadra. Perché per Miretti e Fagioli, per esempio, l’investimento oggi è l’equivalente di 10-15 milioni e una retribuzione cinque volte più alta".


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